La manovra delle trappole

È chiaro, Prodi e i suoi usano la Finanziaria per punire Milano, colpevole di non votare per il centrosinistra, che ormai è sempre più sinistra e sempre meno centro, come i fatti dimostrano. È il caso di segnalare alla maggioranza di Palazzo Marino quale errore sarebbe far ricorso, per i bisogni di Milano, a ritocchi fiscali, quale per esempio l’addizionale Irpef. È bene ricordare che prima delle elezioni s’era addirittura pensato di abolire l’Ici. Dunque, passare dal meno al più sarebbe solo in favore a Prodi.
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A proposito di graffiti, estraggo la frase seguente da un bellissimo editoriale di Luca Doninelli apparso in questa pagina di cronaca nei giorni scorsi: «Non vorrei che, incapaci di un vero rapporto educativo, ci lavassimo la coscienza promuovendo tutto al rango di arte». Va segnalata questa frase, a quei nostri amici che, non si sa perché, sembrano assecondare chi sporca i muri della città.
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Sgarbi, i lettori lo sanno, è nostro amico. Però, per dirla con Aristotele, noi abbiamo «magis amica veritas», e per questo qualche appunto non glielo risparmiamo. Ora ci piace molto che si sia messo alla ricerca della Milano romana, mettendo da parte la pratica del diniego e della sentenziosità. Deve aver capito che Milano è città generosa e tollerante, ma guai a provocarla troppo. Vale sempre quel che Manzoni fa dire al suo Ferrer: «Adelante, si puedes, con juicio».
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Le baruffe tra i Ds milanesi hanno fatto una vittima: il giovane, serio e bravo avvocato Carlo Cerami, che è stato escluso dalla direzione cittadina.

Sì, è vero, ce ne può importare di meno delle beghe diessine, ma si dà il caso che, pur essendo su quest’altra parte della barricata, stimiamo Carlo Cerami, e noi con gli avversari politici ci ostiniamo a praticare il fair play liberale, purtroppo in decadenza.

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