Dopo la lezione a Stefano Boeri, il sindaco dà una bastonata a tutto il Pd. L’appoggio alla manovra del governo Monti? «Potrebbe penalizzare i Democratici», anzi, intervistato da Lucia Annunziata a In mezz’ora si spinge a prevedere che da questa situazione «chi rischia di uscirne peggio è proprio il Pd» perchè «sono misure che non sono apprezzate dal suo elettorato». Il «pericolo più grosso» per loro e più in genere per il centrosinistra avverte il sindaco è di «dividersi sui grandi temi» e «perdere quel grande consenso di cui godeva un mese fa e che gli avrebbe forse fatto vincere le elezioni». Ma il rischio di frizioni anche tra le fila del Pd è alto, «potrebbero costruire il dissenso al loro interno nel caso si assumessero la responsabilità di votare misure impopolari benchè doverose», rischia quindi «di indebolirsi il partito più importante della coalizione» e «il calo di consenso può essere conquistato da chi ha distrutto l’Italia, anche se il centrodestra è messo ancora peggio di noi». Pisapia parla da leader e avverte dalla tv nazionale che la soluzione per conquistare l’Italia è «seguire il modello Milano». Dunque: segna la scadenza la governo Monti («non può durare fino alla scadenza naturale del mandato, dovrebbe prendere i provvedimenti necessari per 6 mesi e poi sarebbe giusto tornare alle urne»), la campagna per Palazzo Marino «è partita dal basso e un anno prima delle elezioni» dunque «bisogna lavorare da subito a creare un ampia coalizione, scegliere con le primarie il candidato e proponendo un programma di alternativa, dobbiamo arrivare preparati all’appuntamento».
Se Pisapia da Milano scalda i motori della campagna elettorale, il Pd comunale frena la corsa: è la capogruppo Carmela Rozza a premettere che «non abbiamo bisogna di leader oggi, è una “malattia” del berlusconismo. Il Pd deve avere il coraggio di sostenere le proposte del governo Monti se ci aiuterà a uscire da una crisi gravissima e non credo proprio che ne uscirà penalizzato, anzi». E se avrà i risultati sperati «credo che questo governo potrà concludere la legislatura», la ricerca di leader e lo sprint alle urne «non sono oggi la priorità per l’Italia e per chi tiene davvero al Paese». Sottolinea invece l’esigenza di appoggiare misure che siano di equità e costruire «interventi per lo sviluppo».
Alla voce crepe tra sindaco e Pd, non è ancora chiuso il caso Boeri, visto che oggi Pisapia dovrà riferire in consiglio comunale sulle liti e il dimezzamento di deleghe all’ex capolista dei Democratici alle comunali. Sempre in tv ieri ha ammesso di «aver fatto esplodere la vicenda prima che, andando avanti, si incancrenisse e facesse male alla città». Motivo del contendere «le modalità di lavoro» dell’assessore alla Cultura, giudicate «troppo individualiste» e non rispettose della «collegialità. Non significa che non si possa avere opinioni diverse, ma che quando si prende una decisione insieme, si va avanti insieme». Ora però «ci siamo chiariti». Ma immagina «fibrillazioni continue in maggioranza» il consigliere Pdl Riccardo De Corato.
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