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Manovra, i magistrati proclamano lo sciopero

La Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati, assieme alle altre magistrature, ha deciso di proclamare uno sciopero "contro gli effetti della manovra economica varata dal Governo". Il direttivo centrale convocato per sabato prossimo

Manovra, i magistrati proclamano lo sciopero

Roma - La Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati, assieme alle altre magistrature, ha deciso di proclamare uno sciopero "contro gli effetti della manovra economica varata dal Governo". I vertici dell’Anm, durante la riunione di oggi, hanno inoltre deliberato l’organizzazione di giornate di mobilitazione e di protesta "con sospensione delle attività di supplenza, con le modalità e i tempi" che verranno proposti al Comitato direttivo centrale convocato per sabato prossimo.

L'Anm proclama lo sciopero I magistrati, si legge nel documento della Giunta del sindacato delle toghe, "sono consapevoli della crisi economica in cui versa il Paese e non intendono sottrarsi al loro dovere di cittadini e di contribuenti, ma devono denunciare che le misure approvate dal Governo sono ingiustamente punitive nei loro confronti e di tutto il settore pubblico: è inaccettabile - rileva l’Anm - essere considerati non una risorsa, ma un costo o addirittura uno spreco per la giustizia". La manovra varata dal Governo, infatti, secondo l’Associazione magistrati, "incide unicamente sul pubblico impiego, senza colpire gli evasori fiscali (già beneficiati da numerosi condoni), i patrimoni illeciti, le grandi rendite e le ricchezze del settore privato, paralizza l’intero sistema giudiziario e scredita e mortifica il personale amministrativo, svilisce la dignità della funzione giudiziaria e mina l’indipendenza e l’autonomia della magistratura» ed «incide in misura rilevante sulle retribuzioni dei magistrati nella prima fase della carriera, soprattutto dei più giovani che subiscono una riduzione di stipendio fino al 30 per cento". Questo, in particolare, "significherà allontanare i giovani dalla magistratura", osserva il sindacato delle toghe, secondo il quzale la manovra "colpisce in maniera iniqua, indiscriminata e casuale".

Ad esempio, sottolinea l’Anm, "un pubblico dipendente (magistrato o altro funzionario) con uno stipendio lordo di 150mila euro subirà un taglio di stipendio di 3mila euro lordi l’anno (cioè il 2% dello stipendio), mentre un magistrato di prima nomina con uno stipendio lordo di circa 40mila euro subirà tagli complessivi per circa 10mila euro lordi l’anno (circa il 25% dello stipendio)".

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