Roberto Formigoni va allattacco della manovra, accusata di penalizzare fortemente la Lombardia. Il presidente della Regione paragona il governo a «un padre sciammannato», che nella sua disordinata sciatteria carica di pesi «i figli virtuosi» come la Lombardia, regione con i conti in ordine, e si rifiuta di fare economia. Fuor di metafora, la richiesta di Formigoni è di ripartire i tagli su Regioni, enti locali e ministeri in modo equo, invece di far pesare la manovra principalmente sulle Regioni, limitandosi a «una pettinatina» per i ministeri.
Formigoni lancia lallarme federalismo fiscale, messo in crisi dai tagli, segnala le difficoltà gravi nel settore dei trasporti («potrebbe essere tagliato un terzo delle corse dei treni e forse si rischiano licenziamenti») e annuncia lannullamento dei 130 milioni destinati alle famiglie. Protestano anche i farmacisti. Secondo il governatore, la manovra rischia di finire sotto la scure della Corte costituzionale perché taglia le risorse alle Regioni senza togliere loro le relative competenze.
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