«Con la manovra sono a rischio le fonti di energia rinnovabili»

«Il governo deve presentare a Bruxelles il piano d’azione nazionale per ottemperare agli obblighi comunitari sulla promozione delle fonti rinnovabili. Eppure la manovra, che impone agli impianti idroelettrici di grande derivazione un nuovo canone e che cancella l'obbligo di ritirare i certificati verdi in esubero, sembra paradossalmente mirare al boicottaggio delle fonti energia rinnovabile, sfilando di fatto incentivi alle imprese che investono nel settore». Questa la posizione che Marco Pigni, direttore di Aper, l'associazione che riunisce i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili, ha espresso durante il convegno «Energie rinnovabili. 20 20 20: prospettive sostenibili in Italia».
«Su questa strada - spiega Pigni - si arriverebbe al blocco totale del mercato delle fonti rinnovabili con conseguente fallimento delle iniziative imprenditoriali in corso, e impossibilità di sviluppo di quelle future, mettendo in pericolo già oggi decine di migliaia di posti di lavoro e decine di miliardi di euro di investimenti».
Durante il convegno, che ha avuto il patrocinio della Provincia di Milano, di Aper, di Erse e il contributo di Pianeta Vivo, è emersa l’idea comune secondo cui le fonti rinnovabili devono essere sostenute non solo in funzione ambientale, ma proprio per quanto possono contribuire alla crescita economica dell'Italia. E' necessaria quindi una accorta revisione del sistema di incentivi statali e una maggiore coordinazione tra istituzioni nazionali ed enti locali, soprattutto per il settore delle agroenergie. Durante il convegno è stato presentato il nuovo portale tematico indipendente www.orizzontenergia.it dedicato da Areté Energia all'informazione su tutte le fonti.
Anche il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Giancarlo Galan, in una lettera agli organizzatori, ha sottolineato come le fonti rinnovabili siano «irrinunciabili per una crescita sostenibile del Paese. Siamo impegnati a ridurre le emissioni, in rispetto al protocollo di Kyoto.

Il contributo agro-forestale rappresenterà circa il 12 per cento dell'obiettivo totale, portando un apporto significativo nella lotta ai cambiamenti climatici. Il nostro sforzo, quindi, è cogliere le opportunità offerte dalla "green economy».

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