Manovra, S&P: "Il debito pubblico resterà elevato" Vegas: azzerato nel 2011

L'agenzia di rating giudica negativamente il piano per il triennio 2009-11: "Solo con tagli alla spesa e incrementi mirati delle tasse. Deficit vicino al 3% del pil". La replica del sottosegretario: "Non è vero". E nella manovra tornano gli assegni sociali

Manovra, S&P: "Il debito 
pubblico resterà elevato" 
Vegas: azzerato nel 2011

Roma - Se non è una stroncatura, poco ci manca. Standard & Poor's, l'agenzia di rating internazionale, dà un giudizio negativo sulla manovra triennale presentata dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti nei giorni scorsi alle Camere. "Il nuovo governo di centrodestra non propone alcuna riforma di tipo strutturale che affronti seriamente i temi della spesa pubblica". Lo scrive S&P, secondo cui la manovra fiscale 2009-2011 "fa sperare in un più pro-attivo consolidamento fiscale sul lato della spesa", ma promette "di raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2011 principalmente attraverso tagli discrezionali alla spesa pubblica e incrementi mirati delle tasse". In pratica, dicono gli analisti, l’effetto della manovra sarà "lieve".

Cifre Le previsioni parlano di un disavanzo "vicino al 3% del pil almeno fino al 2011, mantenendo il livello di debito oltre il 100% del prodotto interno lordo". Secondo l’agenzia di rating, pur a fronte di una manovra 2009-2011 da 31 miliardi di euro, "l’alto livello del debito pubblico e l’onerosa spesa per interessi dell’Italia continueranno a limitare la sua flessibilità finanziaria fino a quando non vi sarà sufficiente volontà politica nell’affrontare le cause alla base del malessere del Paese: un settore pubblico sovradimensionato e inefficiente, una debole struttura di bilancio che ha portato a una crescita rapida della spesa corrente, un sistema pensionistico oneroso e le richieste che ricadono sul bilancio dello Stato a fronte di un sistema di federalismo fiscale ancora in fase di definizione".

Analisi Secondo Trevor Cullinan, analista del credito di S&P, "secondo quanto accaduto in passato, quando il precedente governo Berlusconi in carica dal 2001 al 2006 comunicò obiettivi similari mancando però nella loro implementazione, la possibilità di alleggerire il peso del debito non dipenderà solo da quanto programmato in tema di politiche di bilancio, ma soprattutto dalla completa e puntuale esecuzione di tali programmi". E "le attese in merito ad un più energico intervento nella direzione di un consolidamento fiscale" sono ostacolate "dal peggioramento delle prospettive di crescita del prodotto interno lordo del paese. I vecchi ostacoli alla crescita economica sul lato sia delle infrastrutture fisiche e istituzionali sia delle rigidità strutturali del sistema paese, in particolar modo quelle del mercato del lavoro, non sono state ancora affrontate con decisione". "La crescita potenziale dell’economia - conclude S&P - continua a rimanere bassa ed il grado di competitività internazionale del paese rimane sotto pressione con perdite di quote di mercato nelle esportazioni. Nel lungo termine, le prospettive di crescita potrebbero ridursi ulteriormente, anche alla luce del profilo demografico dell’Italia".

La replica di Vegas "Il governo è impegnato a raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2011 e le misure contenute nella manovra triennale servono proprio a questo". Così il sottosegretario all’Economia Giuseppe Vegas commenta l’ultimo rapporto di Standard and Poor’s. "Mi sembra improbabile che il deficit resti vicino a 3% almeno fino al 2011" ha detto Vegas. "Le misure della manovra che sono in discussione al Senato e che saranno approvate tra pochi giorni servono proprio a questo, a scongiurare il rischio di ricadute sui conti pubblici" ha continuato. Secondo S&P il governo non propone riforme strutturali sulla spesa. "Questo no, questo non è vero" risponde Vegas. "Tutto l’impegno del governo è per raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2011, la manovra serve proprio a questo" ha aggiunto il sottosegretario che considera gli interventi sulla spesa contenuti in manovra strutturali.

"Lo stesso Patto di stabilità interno è una riforma strutturale, è l’implementazione di una riforma strutturale" ha aggiunto. Secondo il quadro macroeconomico del Dpef, il deficit sarà pari allo 0,1% del pil nel 2011 mentre il debito scenderà nello stesso anno sotto il 100%.

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