Mantovani minaccia querele Alfano difende Formigoni

Presunte mazzetta. Stecche per i policiti. Soldi che finiscono nelle casse del partito. Pentiti che parlano di un asse affaristico fra Lega e Pdl. La bufera giudiziaria che si è abbattuta sulla Ragione - da Davide Boni fino ad Angelo Giammario - scuote i vertici del Popolo delle libertà. Così, ieri, a serrare le fila ci ha pensato Mario Mantovani, coordinatore lombardo del Pdl. Nessuna Tangentopoli-bis. Al limite, responsabilità personali ancora da dimostrare. E Mantovani passa all’attacco.
«Il Popolo della Libertà lombardo - commenta il coordinatore - a tutela del proprio nome e dei tanti militanti ed elettori, valuterà se procedere per vie legali nei confronti di chi, secondo quanto emerso in questi giorni sulla stampa, parla di presunti versamenti di denaro a partiti politici, compresa l’allora Forza Italia. Si ribadisce l’assoluta estraneità di Forza Italia prima e oggi del Pdl nell’aver concordato eventuali ripartizioni di denaro fra partiti politici». «Possibili donazioni - insiste Mantonavni - possono infatti avvenire solo in forma pubblica e legale. Eventuali responsabilità pertanto, se riscontrate, sono di carattere personale e, come tali, dovranno essere giustamente perseguite dalle autorità giudiziarie».
A sostegno del partito sono arrivate ieri anche le parole del segretario del Pdl, Angelino Alfano. «Il Pdl in Lombardia come nel resto d’Italia è un corpo davvero sano, è fatto da persone perbene che per decenni hanno amministrato questa regione». L’assist è - ovviamente - per il governatore Roberto Formigoni, da diverso tempo nel mirino delle oppposizioni che ne chiedono la testa.

«Noi siamo assolutamente al suo fianco, perché la Lombardia è stata un’esperienza di buon governo che noi intendiamo continuare e difendere». E le accuse di corruzione che rischiano di minare la credibilità del Pirellone? «Quando si ravvisano casi di corruttela - conclude Alfano - si tratta di fatti e comportamenti personali».

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