Un immigrato clandestino, con foglio d’espulsione, stupra una ragazzina. Sottosegretario Alfredo Mantovano, com’è possibile che episodi del genere si ripetano?
«Sono tante le cause che vi concorrono, da esaminare in maniera distinta. E vanno fatte due premesse».
Iniziamo da quest’ultime.
«La prima. Tutti coloro che hanno responsabilità, a vario titolo, non possono dirsi soddisfatti finché avverrà anche un solo caso di violenza sessuale».
E la seconda?
«Confrontando i dati del 2008 sul 2007, l’indice dei reati più significativi è in calo. Non lo dico per confortare, ma ricordo che l’impegno del governo sta dando risultati».
Sì, ma la mancata espulsione?
«Tante espulsioni non si fanno perché nei centri d’identificazione non c’è spazio e non sono stati ancora realizzati tutti quelli previsti».
Tutto qui? Non ci sono altre risposte?
«Un cattivo funzionamento del meccanismo delle espulsioni c’è, ma stiamo cercando di porre rimedio. Anche perché in due anni il precedente governo aveva demolito il sistema di contrasto all’immigrazione clandestina. E poi non va dimenticato che incontriamo difficoltà anche per l’ostruzionismo dell’opposizione che siede al Parlamento europeo, che ne approfitta per illustrare carenze di diritto che non ci sono».
Insomma, nuovi centri d’espulsione.
«Sì, e mi auguro pure che non ci sia ostruzionismo da parte degli enti territoriali. Perché se non si vogliono i centri, se non a cinquecento chilometri da casa, non ci si può poi lamentare. Detto questo, dobbiamo poter disporre di tutte le norme del disegno di legge sulla sicurezza. E a quel punto, qualcosa cambierà in modo significativo».
La Lega chiede il carcere preventivo per gli stupratori.
«Si parla di custodia cautelare. Ma non credo che in questo momento servano modifiche al meccanismo».
E qual è la sua ricetta?
«È necessario un maggiore ordine sui benefici previsti dal sistema penale e penitenziario, che si moltiplicano e rendono la pena spesso virtuale. Bisogna fare in modo che, quando se ne utilizza qualcuno, se ne escludano altri. Nel programma del Pdl c’è un impegno preciso per razionalizzarli, per far sì che la pena abbia un segno».
Sempre il Carroccio rilancia l’idea della castrazione per gli stupratori.
«La considero solo una provocazione. La risposta dello Stato deve essere più ferma possibile, ma nel rispetto dei principi di civiltà stabiliti dalla legge».
Già, però il disagio ancora rimane.
«Guardi, la carenza strutturale d’organico c’è e stiamo intervenendo. Il contributo dei militari è temporaneo e nel 2009 entreranno in azione almeno altre 1.500 unità. Inoltre, abbiamo riavviato i concorsi e messo in servizio i vincitori di quelli conclusi».
Sarà sufficiente?
«Si deve esigere un ruolo prevalente delle forze dell’ordine. Ma è importante pure l’azione di chi amministra nel territorio».
I primi cittadini diano una mano?
«I sindaci hanno chiarezza dei loro poteri e dispongono di strumenti per la sicurezza urbana. Alcuni li stanno adoperando, altri no. Mi auguro presto avvenga per tutti».
Vale anche per Bologna?
«L’ultimo episodio è avvenuto in ore serali. E spesso gli stupri accadono in zone periferiche, magari degradate. Nessuno ha la bacchetta magica, ma una maggiore illuminazione e qualche telecamera in più potrebbero aiutare».
E le ronde?
«Ciò che è avvenuto dimostra che associazioni di privati cittadini, pronti a contribuire senza ledere le competenze delle forze dell’ordine, una mano la possano dare».
E le polemiche?
«Solo Famiglia cristiana le qualifica come ronde paramilitari».
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