Marin, il piccolo bosniaco che sa camuffarsi da Messi

Quella di Marko Marin è una tipica storia tedesca, di quelle che vanno di moda oggigiorno. La Germania dei giovani, del talento, dell'integrazione. La Germania dei tedeschi di passaporto, non di origine. Ciò che conta però è la qualità. Non ne difetta certamente Marin, l'ultimo gioiello messo in mostra dal Werder Brema dopo Diego e Özil, un folletto di 1.70 d’altezza che dribbla tutto ciò che si muove sulla fascia sinistra. Proviene dalla Bosnia, è cresciuto con il mito di Dejan Savicevic, detiene il record tedesco di Speed4, un percorso misto lungo 15 metri da effettuare palla al piede (5,275 secondi il tempo di Marin, 5,125 quello del primatista mondiale Lionel Messi), e all'età di 20 anni il suo cartellino valeva già 8.2 milioni di euro.
Quando Marin muoveva i primi passi nel calcio professionistico con il Borussia Mönchengladbach, in Italia qualcuno lo presentò come il Giovinco tedesco. Paragone azzeccato dal punto di vista fisico e tecnico (baricentro basso, movenze sguscianti, facilità di dribbling), non da quello "culturale". In Italia l'oggi 23enne Giovinco è ancora una promessa, e sono ormai passate due intere stagioni dalla grande annata nell'Empoli. A 21 anni invece Marin può già vantare 13 presenze con la nazionale tedesca (debuttò nel maggio 2008 quando ancora giocava nella Zweite Liga, la B tedesca), un terzo posto al Mondiale, una settantina di partite in Bundesliga, reti in Champions ed in Europa League.
Il Werder Brema a trazione offensiva, come nella più classica tradizione del tecnico Schaaf, che scenderà in campo questa sera a San Siro avrà in Marin l'elemento più imprevedibile e fantasioso. A lui è stato affidato il compito di sostituire Özil, non tanto sotto il profilo tattico (il neo-madridista è un trequartista centrale, Marin un esterno) quanto per ciò che riguarda la creatività. Toccherà a lui fornire gli assist alle punte Pizzarro e Hugo Almeida (o all'ex interista Arnautovic, finora ancora vittima del proprio ego apparentemente senza confini), oppure cercare direttamente la porta. La scorsa stagione, la prima nel Werder, ci è riuscito in 15 occasioni, mentre in quella attuale è già andato a segno in tutte e tre le competizioni (Bundesliga, Champions, coppa di Germania) a cui ha preso parte.

Il piede di Marin è caldo, ne sanno qualcosa Sampdoria e Tottenham, ma anche l'Amburgo, l'ultima "vittima"; domenica il giovane talento ha segnato la rete di apertura nel successo casalingo del Werder per 3-2. Piccolo è bello insomma, anche in riva al fiume Weser. E lungo i Navigli?

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