Maroni: "Case ai rom? Sono certo che Milano troverà una soluzione"

Il ministro dell’Interno punge. Palazzo Marino: "Ho fatto il mio, ora il Comune individui le strutture"

Maroni: "Case ai rom? 
Sono certo che Milano 
troverà una soluzione"

"Si troverà una soluzione". Ne è sicuro il ministro dell’Interno Roberto Maroni che torna sulle polemiche scoppiate nel centrodestra dopo la decisione di assegnare alloggi alle famiglie rom senza farle passare dalle normali graduatorie. "Mi auguro che gli enti locali la trovino - aggiunge Maroni - Così come l’hanno trovata a Roma, a Napoli, in Veneto e in Piemonte". E poi. "Noi abbiamo nominato il prefetto coordinatore dell’emergenza per la realizzazione di un piano in due fasi", ha precisato ieri a margine dell’inaugurazione di un asilo nido a Lonate Ceppino (Varese). "La prima fase - spiega -, lo sgombero e la chiusura dei campi abusivi è di competenza del Viminale. La seconda fase, che è la messa a disposizione di strutture per trattenere chi ha diritto a stare, è di competenza degli enti locali. Quindi - conclude - la decisione di individuare quelle strutture è stata presa dal Comune di Milano, dalla Provincia e dalla Regione: se il Comune ha cambiato idea, non è una questione mia. Io mi sono occupato della prima fase e la stiamo completando".
Pronta la replica di Riccardo De Corato. Che cambia bersaglio. "Fa bene - le parole del vicesindaco con delega alla Sicurezza - il ministro Maroni a suggerire di prevedere sanzioni per i rom abusivi nullafacenti che non siano in regola con la direttiva europea". Una battaglia che a Palazzo Marino assicurano di combattere da tempo. Inutilmente. "Perché l’azione di moral suasion - accusa De Corato - dovrebbe esercitarla la Procura, viste le reiterate denunce per occupazione di stabili pubblici e privati in violazione all’articolo 633 del codice penale". Un contenzioso con i giudici che va avanti già da un po’, perché assicura "a oggi non ci risultano condanne e i nomadi beneficiano di un trattamento di favore spesso sulla base dello stato di necessità utilizzando l’articolo 54 del codice penale a loro concesso e negato magari al disoccupato che ruba". Un’ingiustizia secondo De Corato. "Non è tollerabile che la collettività debba pagare il conto di chi viene a Milano o gira a zonzo per città di mezza Europa vivendo di reati predatori e lascia tonnellate di rifiuti ovunque". Poi l’annuncio che Comune e Prefettura sgombereranno altre due aree occupate. Una di 100mila mq in via Colico, alla Bovisa e quella dell’ex polveriera di via Forlanini (90mila mq). Entrambe possedute da società diffidate dal Comune all’inizio di luglio e che stanno proseguendo gli interventi per la messa in sicurezza e la prevenzione da nuove intrusioni. Come è anche avvenuto per via Rubattino dove, a seguito dello sgombero e dell’incontro in Prefettura di sabato scorso, verranno realizzati a breve gli interventi di messa in sicurezza.
Sull’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica ai rom "è necessaria chiarezza" afferma il presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri. "Credo che parte della questione di queste ore sulle case Erp sia nata intorno a elementi che parevano essere acquisiti e che invece hanno generato fraintendimenti e pure sorprese. Nel dicembre 2009 si era chiarito che non un solo euro dei 13 milioni stanziati dal ministero dell’Interno potevano essere utilizzati per dare case ai rom".

Palmeri ricorda che anche "nel maggio 2009 si era chiarito che non ci sarebbe stata alcuna assegnazione diretta, alcuna corsia preferenziale, ma solo l’esistenza delle possibilità derivanti dall’appartenenza comunitaria dei rom e solo nell’ambito delle graduatorie normali, ricordando anche che alcune case vengono date ogni anno ad extracomunitari".

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