RomaSono violenti «che strumentalizzano», che «non hanno nulla a che fare con la protesta». Vogliono «creare incidenti, disordini, farci scappare il morto. Noi non lo consentiremo». Il ministro dellInterno Roberto Maroni da Varese annuncia «interventi più duri di quanto sia stato fatto finora» a Terzigno se «non verranno deposte le armi». La strada da seguire con le autorità locali deve essere quella del dialogo, dellintesa, ha confermato anche Berlusconi in un colloquio ieri con Guido Bertolaso. Ma lagguato a due auto della polizia avvenuto laltra notte a Boscoreale sta imponendo un approccio diverso nella gestione dellordine pubblico nel napoletano, dove la protesta contro la discarica ancora non si ferma nonostante lintervento diretto dello Stato. Maroni chiarisce che la violenza contro gli agenti a Terzigno «non è più accettabile»: se accadranno ancora fatti simili, lazione di contrasto sarà più decisa.
La protesta è legittima, precisava anche il capo della Protezione Civile ieri mattina in unintervista al Mattino, ma occorre «isolare i violenti». Ed è sugli attentatori di Boscoreale che Maroni pone lattenzione: «Stiamo verificando se cè qualche collegamento tra questi gruppi e le associazioni criminali».
Quella del titolare dellInterno è una sfida lanciata a chi «strumentalizza» e vuole «il morto». È rivolto a loro lultimatum. Questi gruppi, dice Maroni, «non vanno scambiati con i cittadini che scendono in piazza perché non vogliono la discarica e che non sono camorristi, come qualcuno ha detto».
Fino a questo momento, «le forze dellordine si sono comportate con grande prudenza e grande responsabilità». Ma «attaccarle di notte a sprangate e sassate penso che non sia degno di un confronto duro ma responsabile». Chi manifesta, i cittadini in strada, devono avere fiducia che «presto si troverà una soluzione adeguata», ha dichiarato il ministro dellInterno, come del resto ripete Bertolaso: lapertura della seconda discarica, cava Vitiello, è al momento sospesa, mentre a Terzigno si svolgeranno rapidamente gli accertamenti e le bonifiche del caso per verificare che in questi mesi di gestione da parte della municipalizzata di Napoli, non si siano verificate irregolarità. Silvio Berlusconi sta seguendo da Roma il lavoro di Bertolaso con aggiornamenti frequenti: ieri il premier ha telefonato al sottosegretario durante la riunione alla prefettura di Napoli con i sindaci e i rappresentanti di Regione e Provincia, per informarsi sui lavori in svolgimento a Terzigno e nel capoluogo, dove i sacchi dovrebbero essere rimossi entro tre-quattro giorni: bisogna continuare «a lavorare insieme», il suo messaggio, «per raggiungere gli obbiettivi che ci siamo posti». Il ministro della Difesa Ignazio la Russa ha dato la disponibilità allinvio di nuovi militari: «Se il governo ritenesse di chiedere un intervento in numero superiore - ha annunciato - noi siamo pronti». E solo una disponibilità, perché, spiega La Russa, «non cè bisogno dellesercito per usare il pugno più duro che ha promesso Maroni». In Campania sono ora presenti 270 uomini delle forze armate. Solo se necessario, la presenza potrebbe essere rinforzata. La Dda di Napoli ha aperto un fascicolo su possibili infiltrazioni della camorra tra i responsabili degli scontri con la polizia.
Lintervento duro di cui parla Maroni non è quindi da riferirsi ai manifestanti, ma agli infiltrati. Ma le opposizioni invece gridano alla minaccia: «Noi democratici condanniamo le violenze contro le forze dellordine - precisa Emanuele Fiano, presidente del forum sicurezza del Pd - ma il governo eviti di minacciare la popolazione con lannuncio di prove di forza».
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