Massacra la nonna della sua fidanzata: «Un chip nel cervello mi ha manipolato»

Ha bussato alla sua porta e lì ha scatenato la furia a mani nude contro la nonna della sua fidanzata. L’ha uccisa e poi ha inscenato goffamente il suicidio della vittima in vari modi, versando acido sul suo corpo, aprendo il gas e rischiando di far saltare in aria la casa. Tutto registrato in presa diretta dalle telecamere di sorveglianza dell’appartamento. L’assassino, Stefano Savi, è stato arrestato ieri: è un giovane imprenditore romano che il giorno del suo ventiquattresimo compleanno ha ucciso l’anziana di 75 anni, Laura D’Argenio. Di fronte agli inquirenti, l’omicida ha farneticato dicendo di «essere stato telecomandato da qualcuno» e di «avere un chip nella testa». Ogni fotogramma contenuto nelle immagini di quella sera documenta l’orrore nell’appartamento al Tuscolano, in via Marco Fulvio Nobiliore. La vittima ha aperto la porta all’assassino, che aveva un pacco dove si nascondeva una tanica riempita con dell’acido. Il giovane ha sferrato un pugno alla donna che è caduta in terra. Poi l’ha presa a calci ed è saltato sul suo corpo, rompendole le costole e provocando un’emorragia interna. Dopo poco l’anziana è morta. Ma le telecamere nell’ingresso, che la donna aveva installato da anni per la sua mania della sicurezza, avevano già registrato tutto. ’Fuori campò, l’omicida ha cercato di inscenare il suicidio e di dar fuoco alla casa accendendo anche il gas. Dopo aver messo i guanti il giovane ha trascinato il corpo in bagno, sistemandolo nella vasca, ha legato un laccio al collo della vittima tentando di simulare goffamente un suicidio e, dopo aver indossato un mefisto, ha gettato l’acido nella vasca. Poi ha aperto i rubinetti del gas e con della carta ha incendiato un sacchetto di plastica, prima di disseminare cuscini in terra lungo la stanza. Dopo mezz’ora è scappato: la scena del finto suicidio era pronta.

A dare l’allarme sono stati i vicini che in tarda serata, hanno chiamato i vigili del fuoco per un incendio. Quando gli agenti sono arrivati sul posto si sono trovati davanti un insieme di elementi confusi; unica certezza, che si trattasse di un omicidio. La chiave era nelle immagini delle telecamere.

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