Mastella sull’isola: vorrei tornare famoso

da Roma

Ci starà pure una stella cadente, a Rodi. Una di quelle stelle, o apparenti tali, che lascerà una mesta scia nel cielo e qualche desiderio a mezz’aria.
A Rodi, isola del Dodecaneso cara all’Italia, da ieri c’è un naso all’insù che attende ardentemente di vederla, quella stella. Un naso che per anni non ha fatto cilecca, anzi. Ma proprio quando pensava di aver assicurato all’uomo che lo esibiva (non certo un Cyrano, un comune mortale) il massimo degli onori, lo ha visto precipitare nel vuoto, come stella cadente. Quel naso, ier notte, ha cercato (forse non invano) di riprendere la scia smarrita. Tornando ad assicurare un futuro più Clemente al Mastella perduto.
C’è chi, buttato via dagli elettori, va sull’isola dei famosi, e chi va sull’isola per tornar famoso. L’ex guardasigilli ha scelto la seconda, non potendone più di «star fuori dalle istituzioni» e anzi proponendosi di tornare al più presto «nel vivo della politica». Recuperare il «tempo perduto» per un De Magistris qualsiasi: era costui il magistrato ammazza-Clemente, rispetto al quale il capo dell’Udeur, partito ormai stellare (nel senso che si vede e non si vede), oggi ritiene di «averla avuta vinta». Vittoria amara in verità, ha ricordato il Nostro dopo la débâcle giudiziaria che l’«ha fatto uscire pazzo: in poche settimane da ministro della Giustizia sono diventato il dottor Jeckyl della politica italiana».
Sarà dunque per puntiglio, o per il solito naso fino, però Mastella non ha per nulla abbandonato le armi. Ancora la settimana scorsa girava per l’Italia con la moglie Sandra Lonardo - persino premiata in Calabria con il prestigioso riconoscimento «San Fili» - per riattaccare i cocci di un partito che il naso di Mastella non esita a fiutare come capace di «notevoli opportunità, con un grado di presenza incisivo» e un «costante affetto che vediamo maturare in giro». Si vedono cose, in cielo, che in terra non è dato vedere. Mastella è dimagrito dei 6-7 chili stratificati dallo stress giudiziario, e soltanto da poche ore si è concesso il riposo del guerriero a Rodi. Non senza lasciare a un’agenzia il suo canto del gallo e il messaggio nella bottiglia. Tornerò, sì tornerò! ha fatto sapere il Nostro all’ansioso cronista. E se la consorte ormai affida alle stelle solo il desiderio di «vivere in serenità», uno cresciuto a pane e politica vola molto più in alto. A settembre è pronto a farsi Masaniello perché con il «federalismo fiscale per il Sud si aprirà una stagione drammatica e bisognerà ribellarsi, con tutte le nostre forze». Il giro in Calabria ha confermato che il «partito c’è, il programma c’è e ci sono tanti amici: non abbiamo avuto defezioni incredibili, anche se magari c’è qualcuno che ha avuto defezioni rispetto a se stesso». È il solito Mastella coriaceo e combattivo, democristiano nel senso più moderno della parola, che promette nuovi orizzonti e una nuova partenza dalle prossime, anche minute, competizioni elettorali.
D’altronde non è solo, Mastella l’isolano. L’isolatissimo Pier Ferdinando Casini ha in serbo un altro mirabile colpo a sorpresa e chiamerà il vecchio sodale Clemente nella Costituente di centro.

Astro nascente (o decadente?) nel firmamento (si fa per dire) dell’opposizione per la quale, dice Casini, c’è uno «spazio politico amplissimo». A volte ritornano, anzi ritornano sempre. A guardar le stelle, se le stelle non resteranno a guardare.

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