Masur e Prêtre accettano la sfida

Kurt Masur per la Nona: si comincia dalla fine, lunedì 3 settembre (replica l’indomani). È diventata la sinfonia più conosciuta in assoluto, in Europa, ancora di più da quando il finale, «corale», del cosiddetto Inno alla gioia è stato assunto come inno ufficiale dell’Unione. Masur, tedesco di formazione e cultura, figura di musicista quasi leggendaria nell’ex Germania dell’Est, rappresenta oggi il più diretto e attendibile discendente della tradizione interpretativa che in Furtwaengler riconosce il sacerdote sommo. Per molti anni a Lipsia, nei giorni drammatici della caduta del muro di Berlino, ha vissuto un momento di grande notorietà pubblica: molti ipotizzarono che la sua attività musicale potesse essere un trampolino verso l’impegno politico, come già accaduto in Polonia, al principio del Novecento, con il grande pianista e compositore Ignaz Paderewski. Masur, negli ultimi anni impegnato in incarichi stabili a New York e a Parigi, ha disertato il nostro paese; la sua presenza a Roma, perciò, dopo lunga assenza, è da considerarsi una bella sorpresa.
A Masur, nei giorni immediatamente successivi (mercoledì 5 e giovedì 6) toccheranno ancora due sinfonie: la Prima e la Settima.
Georges Prêtre, beniamino del pubblico e assiduo da anni nelle stagioni ceciliane, torna nella capitale, dopo alcune diserzioni per ragioni di salute dei mesi passati, per le quattro sinfonie di mezzo, dalla Seconda alla Quinta; Seconda e Terza, nei giorni di mercoledì 12 e giovedì 13; Quarta e Quinta, la settimana successiva, mercoledì 19 e giovedì 20 settembre.
Prêtre si è imposto negli anni come interprete raffinato ed elegante, e insieme acuto e intelligente. Nella sua lunga carriera - ha superato in ottima forma fisica e mentale gli ottanta, ed ha al suo attivo oltre sessant’anni di carriera, avendo debuttato nel 1946 all’Opéra di Marsiglia - ha toccato parimenti sia il repertorio sinfonico che quello operistico, con una predilezione evidente per il Novecento, oltre che per gli amatissimi francesi. Sarà interessante ascoltarlo in Beethoven che anche se non è un suo cavallo di battaglia, conosce benissimo ed ha tante volte frequentato fuori d'Italia.


Infine, Marek Janowski - direttore tedesco ma polacco di origine, con una bella carriera alle spalle, poco presente in Italia; ha registrato fra l’altro la Tetralogia wagneriana con la Staatskapelle di Dresda - dirigerà le restanti due sinfonie della serie - Sesta e Ottava - in chiusura del Festival beethoveniano, mercoledì 26 e giovedì 27.
Auditorium Parco della Musica. Sala Santa Cecilia. Le Nove sinfonie di Beethoven. Dal 3 al 27 settembre. Inizio ore 21. Biglietti da 10 a 25 euro. Info: 06.8082058.

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