Masur esalta la Nemtanu Che forza nel suo violino

Dirige a Roma la Filarmonica Toscanini e la musicista francese rivela il suo straordinario talento

Pietro Acquafredda

da Roma

Straordinario concerto a Roma, davanti a un pubblico di rango seppure esiguo, della Filarmonica Toscanini, la fuoriclasse sinfonica dell'omonima fondazione che, proprio quando si prepara al più importante appuntamento della sua breve esistenza, attraversa un momento gestionale non facile. La Filarmonica Toscanini, fra difficoltà presenti e future, attende il concerto del 16 gennaio 2007, a New York, mischiata agli strumentisti della New York Philharmonic e sotto la direzione di Lorin Maazel. A cinquant'anni esatti dalla morte di Arturo Toscanini (New York, 16 gennaio 1957) la Toscanini avvierà una lunga tournée negli Stati Uniti, ripercorrendo le tappe di altre due storiche tournée, compiute da Toscanini, nel 1920 e 1950; il concerto newyorkese sarà la prima tappa.
La Filarmonica, apparsa a Roma davvero in splendida forma, si sta intanto allenando con ottimi istruttori (Maazel, Rostropovich, Pretre, da ultimo Masur); ed ora è decisa a non mollare, costi quel che costi; nessuno degli ottimi strumentisti dal primo all'ultimo intende buttare a mare l'esperienza esaltante che stanno vivendo in questi anni.
La breve tournée italiana di questi giorni (Bologna, Roma, Parma e, questa sera, Modena), ha però una specifica finalità: «la musica per la musica». Masur, che ha voluto a Lipsia una Fondazione Mendelssohn per promuovere lo studio e la diffusione delle opere del grande musicista che fu a capo del Gewandhaus ora affidato al nostro Riccardo Chailly, gira il mondo in cerca di attenzione e fondi. L'attenzione l'ha trovata nella super orchestra di Parma, intitolata al grande direttore nel cui repertorio Mendelssohn aveva un posto di rilievo; un po' di fondi sta cercando di raggranellarli dai privati, che la nuova presidente onoraria dell'orchestra, Marisela Federici, signora dei salotti romani con amicizie e conoscenze negli ambienti che contano, dovrebbe assicurare o quantomeno sollecitare.
Masur, undicesimo successore di Mendelssohn alla guida del Gewandhaus, ha scelto per questa tournée due opere che in quella storica istituzione di Lipsia ebbero il battesimo pubblico: il Concerto per violino in mi minore e la Sinfonia n. 3, Scozzese; ambedue ricorrenti nel repertorio del direttore Toscanini.
Una bella rivelazione la violinista, a noi sconosciuta, la giovane Sarah Nemtanu, di chiare origini balcaniche, ma francese di cittadinanza e nascita, oggi spalla e solista dell'Orchestre National de France. La Nemtanu è una Anne-Sophie Mutter quanto a carattere e temperamento ma superiore alla Mutter per bellezza e consistenza di suono, che cava potente e brunito dal suo strumento, in Mendelssohn diviso fra virtuosismo e pathos. La Filarmonica Toscanini è quell'orchestra superlativa che abbiamo detto.

Guidata da Masur, esponente della tradizione direttoriale germanica, che la vuole tetragona e ben piantata sulle architetture sinfoniche di Mendelssohn, sfoggia un suono compatto e brillante nei violini, caldo per viole e violoncelli, sinuoso e morbido nei legni, perentorio negli ottoni. Ma poi nella scoppiettante ouverture Ruy Blas, rivela anche la sua anima «virtuosistica».
Una gran bella orchestra per la cui sopravvivenza gli strumentisti arriverebbero anche a suonare gratis.

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