Roma

Matilde Brandi: «Che stress quei giorni tra attese e caffè»

Antonello Venditti ne ha fatto l’argomento di una delle sue canzone più famose «Notte prima degli esami», sospirando «maturità t’avessi prima». Nicolas Vaporidis - che ammette di aver passato la notte prima a cercare le tracce dei temi sui internet - e Cristiana Capotondi - che si ricorda più tranquilla - l’hanno portata sul grande schermo. Sembra proprio che la maturità sia un ricordo indimenticabile per i vip romani. Abbiamo chiesto ad alcuni di loro di raccontarci quel momento, tra ansie ed emozioni. «Studiavamo moltissimo e la fifa era a mille - racconta Simona Marchini - Portavamo il programma di tre anni. Mi sono chiusa in casa un mese per prepararmi. Ricordo un misto di paura, ansia e saggezza. È stato un bel periodo, strutturante. Ho fatto il liceo classico e sono una strenua sostenitrice delle materie umanistiche. Oggi si tende a dare ai ragazzi una preparazione specialistica. All’epoca si dedicava grande attenzione alla capacità logica e mentale, ma anche a quella sentimentale, puntando su ciò che stimolava fantasia e creatività, come letteratura, arte e poesia. Gli esami fanno bene, studiare allena alla vita. Il rapporto tra impegno e gratificazione dovrebbe essere assimilato dai ragazzi come vantaggio».
«Il mio esame è stato gagliardo - dice Claudio Gregori, in arte Greg - Come materie, avevo deciso di portare italiano e storia dell’arte. Poi alla prova scritta feci amicizia con uno dei membri della commissione esterna, insegnante di matematica e musicista, che voleva capire perché nessuno portasse la sua materia. Mi spiegò che se la trovavamo noiosa era perché ce l’avevano insegnata male. A ridosso dell’orale, cambiai le materie e, in poche settimane, preparai storia e matematica». «Ancora mi capita di sognare quel periodo - confessa Matilde Brandi - Non l’esame vero e proprio, ma l’attesa. La notte prima venne a casa una mia amica per farmi compagnia. Mi ero fatta una maxi-tazza di caffè e avevo sparso fogli di appunti in corridoio.

Alla fine mi sono addormentata lo stesso».

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