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Il maxi assegno agli Statali si mangia il taglio dell’Ici

L’esborso record per il contratto del pubblico impiego firmato dall'esecutivo Prodi rischia di appesantire parecchio i conti pubblici del 2008. E, di fatto, erode il «tesoretto» di extra-gettito fiscale che il governo avrebbe potuto restituire, almeno in parte, alla famiglie sotto forma di sgravi

Il maxi assegno agli Statali 
si mangia il taglio dell’Ici

Roma - L’esborso record per il contratto del pubblico impiego rischia di appesantire parecchio i conti pubblici del 2008. E, di fatto, erode il «tesoretto» di extra-gettito fiscale che il governo avrebbe potuto restituire, almeno in parte, alla famiglie sotto forma di sgravi Ici.
Nei conti 2008 si scaricano infatti non soltanto i 3,7 miliardi di euro annunciati dal ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, per gli aumenti salariali del biennio 2006-2007 (101 euro in media, con un incremento del 4,4% ben superiore al tasso d’inflazione). Per effetto dei trascinamenti degli anni passati, gli oneri - secondo i calcoli del Sole 24 Ore - salgono a 6,8 miliardi di euro. E nella stessa legge finanziaria 2008 dovranno essere reperite le risorse per il nuovo biennio contrattuale 2008-2009. Si spiega così perché Padoa-Schioppa insista per destinare la massima parte del «tesoretto» di quest’anno, almeno 7,5 miliardi sui 10 di extra gettito, alla Finanziaria 2008. In caso contrario, sarà necessaria una cospicua manovra correttiva.
E che ci sia un nesso fra la spesa per il contratto pubblico e la restituzione del «tesoretto» lo conferma il sottosegretario all’Economia Alfiero Grandi. «Per il momento - dice - non siamo in grado di finanziare il provvedimento che riguarda il taglio dell’Ici prima casa e gli sgravi sugli affitti. Con i conti di oggi - aggiunge - si possono finanziare il rinnovo dei contratti pubblici e gli interventi, entro certi limiti, ai tavoli con le parti sociali (pensioni, ammortizzatori sociali, welfare)». Dunque niente sconto Ici prima casa, né aliquota secca del 20% sugli affitti, misure che il governo e la maggioranza avevano annunciato di voler inserire nel disegno di legge delega sulle rendite finanziarie, che riprende il 18 aprile il suo cammino in Parlamento.
«Di Ici e affitti riparleremo nella seconda metà dell’anno, o nel 2008», dice Grandi. Di avviso diverso il presidente della commissione Bilancio del Senato, il ds Enrico Morando: «L’accordo con gli statali è finanziato sul bilancio, forse ci sarà bisogno di un po’ di risorse in più, ma l’extra-gettito non c’entra». Sul «tesoretto», spiega Morando, ci dovrà essere una verifica che potrà essere effettuata in sede di assestamento di bilancio, cioè in giugno. In quell’occasione il governo potrà far sapere al Parlamento quali sono le reali risorse a disposizione. Ma ormai è chiaro che nessun intervento potrà essere deciso prima delle elezioni amministrative, e probabilmente neppure nella seconda metà dell’anno.
Tutto è così rinviato alla Finanziaria 2008. «La Finanziaria scorsa - spiega Morando - obbliga il governo a presentare una relazione sull’eventuale extra-gettito al 30 settembre, così che si possa decidere come impiegarlo nella Finanziaria successiva. E sempre la Finanziaria 2007 - aggiunge l’esponente ds - fissa come interventi prioritari gli incapienti e poi la riduzione fiscale. Scatenarsi sul tesoretto è fuori luogo - conclude -: in questo momento non si può dire se ci sono risorse da destinare all’Ici o agli affitti».
Il sindacato, che ha incassato un accordo molto vantaggioso sugli statali, naturalmente non ammette che adesso non si possa ridurre l’Ici prima casa. Il taglio dell’imposta sugli immobili, sostiene Marigia Maulucci (Cgil) può essere finanziato dall’aumento dal 12,50 al 20% del prelievo sulle rendite finanziarie. La cosiddetta «armonizzazione», strombazzata in campagna elettorale dal centrosinistra, è stata però stralciata dal disegno di legge delega. In ogni caso, ricorda Maulucci, «la riduzione dell’Ici non fa parte dei dodici punti programmatici del governo, e le risorse vanno usate per altre priorità, in particolare i salari e le pensioni più basse. E c’è il problema dello scalone pensionistico, ancora tutto da affrontare mentre il 1º gennaio 2008 è dietro l’angolo».
Insomma, il sindacato vuole stravincere.

E pensare che Romano Prodi, commentando l’accordo sul contratto degli statali, parla di «forti impegni reciproci».

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