Il funzionario dellAgenzia delle entrate faceva anche il commercialista, un doppio lavoro non consentito dalla legge. Per questo sono stati sanzionati per una cifra complessiva di 2,5 milioni di euro tutti i clienti di Luciano Bressi, lex funzionario dellagenzia Milano 1 che ha appena patteggiato 3 anni di reclusione per corruzione e accesso abusivo al sistema informatico. Cesare Prandelli, allenatore della Nazionale, Walter Zenga, ex ct di Catania e Palermo, Anaclerio Rocco, in arte dj Ringo: sono tutti accusati dallAgenzia delle entrate in base al decreto Brunetta di essersi illecitamente avvalsi dei servizi di Bressi, funzionario pubblico che, prima di essere arrestato il 24 giugno 2009, come secondo lavoro faceva il commercialista dei vip. Tra loro anche Paolo Maldini, che lo scorso 28 marzo è stato rinviato a giudizio proprio con laccusa di aver corrotto Bressi e di aver concorso con lui nellaccesso abusivo al cervellone dellAnagrafe tributaria per controllare in violazione della legge sulla privacy la posizione fiscale di un possibile futuro socio. Anche la moglie Adriana Fossa, la cui accusa di corruzione invece è stata archiviata, figura nellelenco dei vip sanzionati dai finanzieri del nucleo di Polizia tributaria.
Molti hanno già versato limporto dovuto e tutti hanno dichiarato alle Fiamme Gialle di non sapere che il funzionario non potesse svolgere un secondo lavoro essendo un dipendente pubblico.
A Bressi si rivolgevano personaggi del mondo sportivo e dello spettacolo. Tra i tanti Cesare e Paolo Maldini, Walter Zenga, dj Ringo. Complessivamente sono 30 le persone fisiche e 8 le società nella loro veste di committenti ed obbligati in solido (tra cui ex noti calciatori) a cui sono state contestate violazioni.
Fra le «relazioni pericolose» dei dipendenti dellAgenzie delle entrate spiccano, secondo il gup milanese Luigi Varanelli, quella fra Bressi e Paolo Maldini e quella fra Giuseppe Lomuti, che era stato arrestato nel 2008, e il giornalista Mediaset Davide De Zan. I primi due, oltre ai comportamenti illegali relativi alle «prestazioni professionali» di Bressi a favore di Maldini e delle sue società, sarebbero stati anche protagonisti di unacquisizione illecita di dati personali. Lex campione del Milan e della Nazionale, infatti, avrebbe potuto conoscere grazie al funzionario dellAgenzia delle entrate informazioni riservate sul conto di Alessandro P.B., che faceva parte di una società nella quale lex calciatore avrebbe voluto entrare per un affare immobiliare in Toscana. «Volevo fare una piccola verifica su, su, su Alessandro eh (...) Su di lui si può fare una verifica eh .. fiscale su di lui, nel senso se ha avuto problemi con la giustizia ad esempio eh .. Oppure se ha avuto problemi con il fisco...», dice lex calciatore a Bressi in una telefonata intercettata del 26 gennaio 2009.
Una storia da leggere a rovescio, secondo il legale di Maldini, lavvocato Danilo Buongiorno. «Ci difenderemo dallaccusa dimostrando che è successo esattamente il contrario», ha spiegato il legale. Ossia, che sarebbe stato Bressi a sottrarre denaro alle società di Maldini.
Una storia analoga, quella delle informazioni riservate, a quella di Lomuti e De Zan, per i quali il gup milanese ha accettato lapplicazione concordata della pena per concorso in accesso abusivo a sistema informatico. Il giornalista, che è stato condannato a 5 mesi e dieci giorni con pena sospesa, avrebbe ottenuto da Lomuti informazioni patrimoniali relative a due suoi diretti superiori a Mediaset: Sandro Piccinini e Paolo Ziliani.