Cronache

«A me gli occhi». E se ne va con l’incasso

«A me gli occhi». E lui c’è cascato subito, soggiogato dallo sguardo magnetico di quella bella e giovane e formosa automobilista che s’era fermata, in piena notte, nell’area di servizio Marengo Sud della bretella dell’A26, direzione Ovada-Genova, al volante di una Ford Ka. Apparentemente, per fare benzina.
In principio, è vero, la donna chiede solo il pieno di energia, cioè di carburante. E proprio lui, che è l’addetto alla pompa - trent’anni, taglia mezzoforte regolare, e solo un accenno di calvizie - si dichiara subito ben disposto alla bisogna. Dagli torto: mica ti capita tutte le volte, in piena notte per giunta, una come quella, bella, giovane, formosa, e per di più gentile, premurosa e disponibile a fare quattro chiacchiere e perfino ad aiutarti a tenere in mano il tubo della pompa. E poi, diciamocela proprio tutta: quel suo accenno francese, quella «erre» bene arrotata, è così ammaliante, insinuante, intrigante, perforante. Prova un po’ a resistere. Lui, comunque, non ci pensa nemmeno, a resistere. Anche perché la francesina tutta curve ci sta a fare salotto, a prolungare la conversazione, e soprattutto a non negare l’incrocio degli sguardi. Sprazzi di dialogo: «Che fa, insiste?», comincia lui, stringendo più forte la canna. «Lei mi è simpatico. Veramente adorabile» è la replica. «E no, che non resisto». «Diamoci del tu». «Diamoci quello che vuoi». «Vorrei cambiare dei dollari. Tu ce l’hai, gli euro?». «Vado a prenderli. Non scappare». «E chi si muove». Lei lo segue con lo sguardo, quello sguardo magnetico, ma che dico?, ipnotico, ecco com’è quello sguardo. Gli euro c’erano, e subito dopo non ci sono più. L’intero incasso della giornata. Ed è sparita anche lei, quando il benzinaio viene richiamato bruscamente alla realtà da un camionista, che non ha la «erre» arrotata e va subito al sodo: «A morto de sonno, me senti? Me serve er pieno. Sbrigate, ché me pari incitrullito, me pari...».
Il poveretto realizza in un amen, guarda la cassa vuota, si sveglia del tutto, chiama i carabinieri. E tenta di spiegare, di ricostruire l’accaduto: «È cominciato tutto - sibila - quando lei ha preso in mano la canna e io le ho detto: “Lasci fare a me, signorina. Sono io l’uomo della pompa“. Sembrava tutto così bello. Poi, non ricordo più nulla...».
I carabinieri che indagano non ne sono convinti. Difatti hanno chiesto al benzinaio, come dire?, di sbottonarsi di più. Ma lui no, ha resistito: «Basta. Non mi parlino più di sbottonarmi. Neanche se mi ipnotizzano. Devo occuparmi della pompa, io!».

Mitico.

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