È una promozione a pieni voti quella che lospedale SantAndrea ha ottenuto dalla commissione parlamentare dinchiesta sullefficacia e lefficienza del sistema sanitario nazionale. Al termine di un recente sopralluogo, infatti, il complesso è stato definito «un modello di buona sanità, con standard assistenziali e organizzativi di assoluto livello internazionale». Uneccezione nel panorama capitolino e regionale.
Aperto nel 2001 su impulso della giunta Storace dopo trentanni di ritardi e rinvii, in poco tempo il SantAndrea è diventato un punto di riferimento per la zona nord della Capitale, vista la sua posizione strategica tra la Cassia e la Flaminia e luscita sul Gra, ma anche per tutto il Viterbese. Merito delle 10 postazioni di pronto soccorso attrezzate con apparecchiature di ultima generazione, dellunità operativa complessa di radioterapia, delle 11 postazioni e dei 7 ambulatori per il day-hospital oncoematologico e soprattutto del servizio di dialisi. Di primo livello anche lunità di medicina nucleare e le sale operatorie, tecnicamente tra le più avanzate dEuropa, quasi raddoppiate di numero negli ultimi dodici mesi. In particolare, la sala dedicata alla neurochirurgia vanta una strumentazione davanguardia su tutto il Vecchio Continente.
«Quello che prima era un monumento di archeologia sanitaria - spiega Cesare Cursi, vicepresidente della commissione Sanità del Senato e presente al sopralluogo insieme ai senatori Caforio e Bodini - ha dimostrato di saper mettere a frutto i finanziamenti ricevuti dalla precedente giunta. È la prova che quando il denaro pubblico viene utilizzato in maniera efficiente, i risultati arrivano».
E ad accorgersene sono stati anche i pazienti, visto che la media giornaliera di afflusso per visite specialistiche è salita a circa 1.700 persone. Quasi 10mila nel 2006 gli interventi chirurgici, mentre le prestazioni ambulatoriali hanno toccato quota 936mila. «Non a caso - prosegue Cursi - il rapporto è stato approvato allunanimità dai membri della commissione dinchiesta. Credo sia necessario inoltrarlo al ministro Mussi e al presidente della Regione Marrazzo, affinché mettano a disposizione i fondi necessari per continuare su questa strada». Decisivo per il decollo del polo è stato il trasferimento nella sua sede della seconda facoltà di Medicina e Chirurgia delluniversità La Sapienza: 18 i corsi di laurea tra I e II livello e 34 le scuole di specializzazione che hanno trasformato lazienda ospedaliera nel centro propulsore di una lunga serie di rapporti accademici internazionali.
Molto attivi anche il comparto della ricerca, con in prima fila il centro di diagnostica molecolare, e il settore congressuale, che ogni anno organizza circa 50 convegni. «La sinergia con luniversità è molto forte - sottolinea Francesco Rocca, direttore generale del complesso -.
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