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Mediatrade, solito film. Pm: "Premier a giudizio"

Udienza preliminare, i pm De Pasquale e Spadaro chiedono il rinvio a giudizio del premier e degli altri 11 indagati per frode fiscale e appropriazione indebita. Secondo i magistrati "il Cavaliere sarebbe stato socio occulto del produttore Agrama anche da premier". Poi ricostruiscono il sistema: "Soldi Publitalia per acquistare diritti a prezzo maggiorato"

Mediatrade, solito film. Pm: "Premier a giudizio"

Milano - Niente di nuovo a Palazzo di Giustizia.  I pm Fabio de Pasquale e Sergio Spadaro, al termine del loro intervento durante l’udienza preliminare per il caso Mediatrade, hanno ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per il premier Silvio Berlusconi e gli altri undici imputati. Tra loro Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri. Il presidente del Consiglio nella vicenda è imputato di appropriazione indebita e frode fiscale. Dopo la richiesta dei pm l’udienza preliminare Mediatrade proseguirà nel pomeriggio. Il primo a prendere la parola tra i difensori sarà Alessio Lanzi, legale di Fedele Confalinieri, accusato di frode fiscale. La prossima udienza è fissata per il 2 maggio, il gup Maria Vicidomini dovrebbe decidere il 30 maggio.

L'udienza La richiesta di processo per il premier, per suo figlio Pier Silvio, per Fedele Confalonieri e per gli altri nove imputati è stata avanzata al gup Maria Vicidomini dal pm all’inizio del suo intervento. Il magistrato prima di iniziare la sua ricostruzione ha esordito: "Questi sono i motivi per cui chiedo il giudizio". Quindi De Pasquale ha cominciato a parlare della vicenda della compravendita dei diritti tv e cinematografici Mediaset, inchiesta da cui è nata Mediatrade, come vicenda di sfondo. Poi è passato a inquadrare il ruolo dei singoli imputati, il rapporto tra di loro sottolineando la posizione di Daniele Lorenzano, responsabile sin dagli anni ’80, quale uomo di fiducia di Berlusconi, degli acquisti dei diritti sul mercato statunitense, prima per Fininvest poi per Mediaset, divenuto poi consulente di Mediatrade. Tra l’altro il pm ha ribadito che per il procedimento per cui si sta celebrando l’udienza preliminare non si è riusciti ad arrivare a sentenza per via di una "norma strana", la ex Cirielli, che ha cambiato le regole della prescrizione. Inoltre secondo quanto filtrato dall’aula, ha sviluppato il concetto delle "potenzialità espansive" delle indagini preliminari. Pertanto quello che gli inquirenti non sono riusciti ad acquisire finora lo potranno acquisire nella prospettiva del dibattimento. Discorso questo che si riferisce alle rogatorie chieste alle autorità giudiziarie statunitensi e di Hong Kong a cui non è ancora stato dato seguito.

I pm: "Berlusconi socio occulto di Agrama" Berlusconi sarebbe stato socio occulto del produttore americano di origine egiziana, Frank Farouk Agrama, anche quando svolgeva le funzioni di presidente del Consiglio. È quanto sostenuto dal pm De Pasquale nel corso della discussione nell’udienza preliminare Mediatrade. Berlusconi è accusato di appropriazione indebita fino al 2006 e di frode fiscale fino al 2008. Secondo la ricostruzione dell’accusa, dalla fine degli anni ’80 sarebbe stato utilizzato un sistema di frode per gonfiare i prezzi dei diritti televisivi e il denaro transitava poi su società di comodo riconducibili ad Agrama, considerato dalla procura socio occulto di Berlusconi.

I soldi e i diritti tv sovrapprezzo Secondo il pm Berlusconi e gli altri indagati nell’inchiesta Mediatrade avrebbero "usato i soldi di Pubblitalia per acquistare i diritti televisivi e cinematografici sovrapprezzo". È uno dei passaggi della discussione che il pm ha svolto nell’aula dell’udienza preliminare a carico del capo del governo, accusato di frode fiscale e appropriazione indebita, nell’ambito di un filone del procedimento sui presunti fondi neri creati da Mediaset attraverso la compravendita dei diritti televisivi e cinematografici.

Frode fiscale continua  "Per quanto possa saperne io, la frode fiscale potrebbe ancora essere in corso". È un altro dei passaggi dell’intervento di De Pasquale.

La frase del pm si riferisce appunto a una presunta evasione fiscale di 8 milioni contestata fino al 2009 al premier Silvio Berlusconi, al figlio Pier Silvio, a Fedele Confalonieri e a altri imputati.

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