Medico dorme, malato lo denuncia

Un medico stanco, un paziente «abbandonato» in corsia, una denuncia che arriva in Procura. Una vicenda che si consuma all’ospedale Sacco nell’ottobre del 2005, e che per il chirurgo chiamato in causa potrebbe costare una condanna. L’accusa a suo carico è di rifiuto e omissione di atti d’ufficio.
Sono le 5 del mattino. Al pronto soccorso si presenta un paziente di 45 anni che lamenta dolori al petto. È agitato. Il giorno prima ha preso una botta giocando a calcetto, ma teme che quel malore possa essere qualcosa di più grave di una semplice contusione. Attende su una lettiga che qualcuno si interessi al suo caso. Dopo mezz’ora, la moglie - che lo ha accompagnato - chiede a un’infermiera di chiamare il medico di guardia. E così avviene.
Dal chirurgo, però, arriva una risposta inattesa. «Ho sonno, sono distrutto, lasciatemi dormire». Parole che costano allo specialista una denuncia, e una richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pubblico ministero. Non tutto, però, è contro il medico. Innanzitutto la scarsa «gravità» della situazione. Il paziente, infatti, era stato registrato al pronto soccorso come «codice bianco», il livello più basso d’urgenza. Secondo, stando ai registri dell’ospedale, il medico aveva effettivamente trascorso una notte insonne, per affrontare diversi casi arrivati al Sacco. Incluso un ultimo, registrato intorno alle 6.15, per un paziente gravemente ustionato. Il suo colpo di sonno, dunque, potrebbe trovare qualche giustificazione agli occhi del giudice.
L’imputato, che ha chiesto un processo con rito abbreviato, sarà in aula il prossimo 20 febbraio.

Rischia una condanna che va da un minimo di sei mesi a un massimo di due anni. Solo in linea teorica, però. Perché, oltre alla riduzione di un terzo della pena prevista dal rito alternativo, il reato è coperto da indulto.

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