«Mele marce ma l’ippica ormai è pulita»

«Nell’ippica ci sono delle mele marce, ma per il resto è un modo sano». Massimiliano Castaldo, driver professionista di 36 anni, per gareggiare a San Siro ha fatto una vita di sacrifici. La sveglia alle 5 tutte le mattine, la dieta ferrea, gli allenamenti. Ci ha messo anima e corpo nel trotto, con passione. E sapere che c’è chi specula oltre il limite lo fa infuriare.

Hai sentito parlare delle corse clandestine?

«Sì, ma sempre in regioni del centro e del Sud Italia. Qui l’unica cosa che ho visto sono le scommesse clandestine all’interno dell’ippodromo».

Scommesse alla luce del sole?

«Da sempre, lo sanno tutti. Lo sanno anche le forze dell’ordine ma non fanno nulla. A San Siro ci sono vari clan, è noto».

Ma all’ippodromo esistono le corse truccate?

«Macché, non si fanno più da almeno trent’anni. Ci sono talmente tanti controlli che verrebbe subito a galla la beffa. Basta verificare quante sono le scommesse sul cavallo favorito e chi vince».

Ecco perché le fanno fuori, in aperta campagna.

«Mi sembra pazzesco».

I cavalli a fine carriera che fine fanno?

«Sinceramente io spesso li ho regalati. Uno alla comunità di Don Mazzi, uno ai ranger di Milano, un altro all’associazione Don Gnocchi per l’ippoterapia. Ci sono tanti circoli a cui donarli. Avevo sentito dire che li drogavano per le corse ma credevo solo in Sud Italia».



Quanto guadagna un fantino?

«Un driver prende il 7 e 10 per cento delle somme vinte dal cavallo con le scommesse».

È facile che si faccia corrompere?

«Dipende dalla persona, come in tutti gli sport c’è chi lo fa seriamente e chi no».

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