Meloni: «La Destra è un flop E Bossi è un alleato leale»

Il vicepresidente della Camera: «Partito unico? Il percorso è appena iniziato. Consulteremo la base, faremo congressi. Ma non annacqueremo i nostri colori»

da Roma

I risultati delle elezioni danno ragione a Gianfranco Fini. Che cosa vi suggerisce il voto degli italiani, onorevole Giorgia Meloni?
«Ci rendiamo conto che per la nostra gente le cose sono molto semplici e chiare, anche rispetto a come le vediamo noi. Questo voto conferma la grande crescita del Popolo della libertà. Con le elezioni è stata fatta una semplificazione del quadro politico che per noi non significherà certamente la perdita dei nostri valori ma al contrario il loro rilancio. E trovo una bella idea l’aver misurato questa nuova esperienza direttamente con il consenso popolare».
La Destra è rimasta al palo.
«Il dato è chiaro. La Destra in campagna elettorale ha usato toni durissimi, giocando sullo scontro con attacchi personali e diretti. Ha fatto una campagna molto forte ma An non ha perso voti a destra. E il risultato del 2 per cento è lo stesso ottenuto da tutte le altre formazioni che sono sorte a destra di An da Fiuggi in poi. Si tenta di farlo passare per un successo parlando di un milione di voti. Ma la realtà è che non serve una forza alla destra di An e di quello che rappresenta dentro il Popolo della libertà».
Che cosa farete adesso?
«Il nostro popolo ci ha dimostrato una grande fiducia. Ora abbiamo una grande responsabilità: quella di sostenere i nostri valori nell’azione di governo. Valori che ci accompagneranno sempre perché queste elezioni hanno dimostrato che non sono marginali ma che corrispondono alle istanze della maggioranza degli italiani».
In Parlamento ci saranno gruppo unici per Fi e An. E il partito?
«Abbiamo un’unica lista e il gruppo sarà unico. Per il resto il percorso è appena iniziato. È un processo che non vogliamo rallentare ma neppure accelerare nel rispetto del nostro popolo. Ci saranno i congressi, consulteremo la base. Noi portiamo i nostri colori in questa alleanza e non li annacqueremo. Prenderemo tutto il tempo necessario».
La Lega è diventata più forte. Condizionerà l’alleanza?
«Il rapporto con la Lega non mi spaventa. Abbiamo già attraversato insieme una lunga stagione di governo ed eravamo arrivati ad una buona sintesi delle nostre diverse istanze in tema di riforme istituzionali. Ripartiremo da lì. Mi pare che troppo spesso la Lega venga giudicata con superficialità. È una forza importante, leale verso la coalizione. Ci sarà rispetto di tutte le identità. Non vedo problemi».
In Spagna Zapatero ha formato un governo a maggioranza femminile. Lei è molto citata come possibile ministro nel governo Berlusconi.
«Ho apprezzato la scelta di una donna al settimo mese di gravidanza. Un segnale importante per dimostrare che la maternità non è un ostacolo. Personalmente non mi interessa fare il ministro e non mi candido a nulla. Detto questo il problema della rappresentanza femminile non riguarda solo la quantità ma anche la qualità. Non dobbiamo partire dall’appartenenza al sesso ma dalle competenze. Non commettiamo l’errore di credere che ci siano ruoli specifici nei quali confinare le donne.

Non ci sono tematiche femminili perché tutta la politica riguarda le donne che possono cimentarsi con successo in ogni settore».
La sua priorità?
«Il sostegno alla maternità. Avere un figlio non deve più rappresentare un lusso ma una scelta che tutte le donne devono essere libere di fare».

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