Meningite in classe. Ieri mattina dei 170 alunni della scuola media statale Leonardo Albertini, di via Porto Venere, a Fregene, ce nerano solo dieci seduti normalmente tra i banchi.
A provocare la defezione il caso di un quattordicenne ricoverato da giovedì scorso in un ospedale romano per aver contratto la malattia. Il ragazzino, secondo indiscrezioni, è tenuto in coma farmacologico, ma le sue condizioni non sono preoccupanti. Una notizia circolata fra i genitori già da sabato scorso e che, nonostante le rassicurazioni della direzione dellistituto e della Asl, ha provocato il timore di un contagio di massa. A nulla è valso il cartello affisso lunedì sulla recinzione del plesso: «La scuola è aperta». Inutili anche le parole del preside, Domenico Lippa, che ha spiegato alle famiglie: «Non è di natura virale, ma batterica, e non si tratta di meningococco». La stessa azienda sanitaria locale, intervenuta sulla questione attraverso il Dipartimento di Prevenzione Servizio Igiene e Sanità Pubblica «Profilassi della Malattie Infettive e Parassitarie», in una nota inviata al capo dIstituto e al sindaco di Fiumicino Mario Canapini spiega: «Per un principio di precauzione - si legge nel documento - è opportuno che la scuola effettui il trattamento di profilassi antibiotica, secondo i modi e i tempi illustrati nei fogli distribuiti. Al momento non è necessario chiudere la scuola, mentre è indispensabile che le persone suddette effettuino scrupolosamente il trattamento antibiotico. Non è necessaria alcuna disinfezione dei locali, né estendere la chemioprofilassi ad altre persone che non siano state in contatto stretto con il malato».
Ad aggravare la situazione il fatto che la struttura della Albertini è attigua al plesso materna-elementare «San Giusto» con alunni di età compresa fra i 4 e i 10 anni. «Abbiamo paura - racconta una giovane mamma - anche se i medici sostengono che non ci sia un pericolo reale di infezioni. Nessuno sa con certezza quante persone siano state in contatto con il quattrordicenne. Cosa dobbiamo fare, a questo punto, sottoporre tutti i nostri bambini a una terapia antibiotica?». Secondo i sanitari il batterio si sarebbe sviluppato sul giovane studente il 13 maggio. La natura dello stesso batterio, però, sarebbe ancora da accertare clinicamente. In attesa degli esami di laboratorio, insomma, le autorità sanitarie consigliano una profilassi a base di farmaci. «Non è necessaria la chiusura della struttura - ribadiscono - tantomeno alcuna disinfezione dei locali.
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