Meno tasse per le aziende che assumono i ricercatori

Le imprese lombarde che assumeranno ricercatori «non pagheranno le tasse regionali e statali». Già nel giro di un paio di mesi, diciamo dalla primavera, saranno pubblicati bandi e regolamenti che definiranno le modalità e i termini per accedere ai fondi. I soldi, si parla di 120 milioni di euro, sono già stati stanziati con l’intesa firmata ieri tra regione Lombardia e ministero per l’Istruzione e la Ricerca. L’accordo di programma (che segue il protocollo d’intesa del 19 luglio scorso) mette a disposizione 120 milioni di euro (61 milioni 650mila dal Pirellone e 59 milioni dal ministero) in tre anni (2010-13) per sviluppare in Lombardia la ricerca e l’innovazione in settori di punta come agroalimmentare, aerospazio, edilizia sostenibile, energia e fonti rinnovabili per potenziare l’attività dei distretti tecnologici operativi nelle biotecnologie, Ict e nuovi materiali. Di questi fondi «13 milioni di euro saranno destinati al potenziamento del capitale umano nell’ambito della ricerca e a progetti di ricerca applicata realizzate da università e imprese».
Una risposta concreta a «chi accusa la riforma di precarizzare i ricercatori» attacca il ministro Mariastella Gelmini: «Questo accordo costituisce il primo atto dell’applicazione della riforma dell’università. Tra i principi della riforma c’è, infatti, l’impegno a coniugare la ricerca con l’innovazione e la competitività del sistema produttivo. Non solo, defiscalizzare le risorse dei ricercatori dimostra che la rifoma non li rende precari, come qualcuno ha detto, anzi, significa dare alla ricerca il giusto spazio».
Fondamentale in questi progetti, che saranno finanziati per il 50% a fondo perduto, anche il coinvolgimento di altri soggetti pubblici, privati, misti e, senza fini di lucro, chiamati a dare il proprio contributo. «Si è parlato di volontà di privatizzare l’università - polemizza ancora il ministro - ma è falso. Aprire l’università al territorio e ai contributi delle imprese è diverso dal privatizzare».
Obiettivo dell’accordo sostenere iniziative di ricerca industriale, sviluppo precompetitivo, alta formazione e valorizzazione dei risultati della ricerca in settori considerati strategici per l’economia lombarda e per l’ulteriore sviluppo delle posizioni di eccellenza già raggiunte in molti campi. Investire in ricerca in momenti di crisi significa fare una scelta strategica e guardare al futuro: «Così diamo un aiuto per agganciare la ripresa in Lombardia - spiega ancora il ministro - e far sì che la ricerca possa essere un jolly per favorire la competitività delle nostre imprese». Non è un caso che le piccole e medie imprese lombarde abbiano retto meglio l’impatto della crisi rispetto a quelle di altre regioni, per la Gelmini, infatti, «la competitività delle imprese è legata al know how, alle conoscenze» .
«In un momento di difficoltà economica - ha commentato il governatore Roberto Formigoni - Regione e Ministero dedicano alla ricerca un investimento importante.

Si tratta di un messaggio di forte contenuto positivo. Questi fondi sono come il turbo che viene inserito nel motore dell’economia lombarda. Ci aspettiamo, grazie all’utilizzo di questi finanziamenti, anche la nascita di nuovi brevetti e nuovi prodotti».

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