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Meno tasse per evitare l’evasione

Il problema della tassazione sulle scommesse sportive, sollevato a suo tempo da Sandi e Ughi, è tornato prepotentemente d’attualità con un dispaccio dell’agenzia Agicos che dice: «Tra gennaio e agosto 2005 Totosì ha raccolto oltre il 43% delle giocate telematiche del mercato delle scommesse e versato imposte per un totale di 4,8 milioni di euro. Si stima che nel 2005 Totosì pagherà imposte per oltre 8 milioni di euro. Fonti interne al provider fanno sapere che la tentazione di emigrare in altri Paesi è notevole, visto che viene ritenuta elevata l’attuale tassazione, mentre con imposte più giuste si potrebbe far scommettere gli utenti con maggiore competitività». Nel caso una «Totosì International» potrebbe affiancare il gruppo che opera in Italia: ma questo è un altro discorso. La considerazione sull’imposizione fiscale non è nuova, ma si fa di giorno in giorno più stringente per l’operatività di quei bookmaker che, pur avendo sedi all’estero, operano nel nostro Paese e fanno una cospicua raccolta a danno di chi rispetta le leggi.
In un’intervista pubblicata recentemente da Il Giornale l’amministratore delegato di Sisal, Sandi, aveva chiesto al Governo drastici provvedimenti: «I siti fuorilegge vanno oscurati come quelli di contenuto pedofilo e terroristico. Chi mantiene questi siti in piccoli Stati, come Tonga, Malta o Gibilterra, e non acquista neppure un’agenzia in Italia per mettersi in regola, dimostra chiaramente di non volere pagare le tasse. Intanto Betfair, pur non essendo in regola con i nostri ordinamenti, si presenta alla Borsa di Milano».
Più articolato il parere rilasciatoci ieri da Ughi, presidente di Snai: «La concorrenza sul telematico, che ormai non ha confini, si può fare soltanto con tassazioni per così dire comparabili. L’amministrazione dello Stato è venuta incontro al mercato abbattendo di circa 3 punti il carico erariale, che i concessionari di Snai, guardando allo sviluppo del mercato, hanno quasi interamente posto a disposizione dei clienti. Lo testimoniano i dati di Sogei. Ma è necessario un provvedimento analogo per ridurre di almeno altri 3 punti l’imposizione fiscale sulle scommesse a quota fissa. Al momento la tassazione è pari al 33% del provento, all’incirca il 10% del movimento. Così non siamo competitivi sul mercato internazionale. Una disposizione di questo tipo incrementerebbe i volumi con innegabili vantaggi per tutti: dai clienti ai bookmaker allo stato». Ughi ha aggiunto: «Dobbiamo fare molta attenzione al fenomeno del gioco telematico che sta prendendo sempre più piede e presto si attesterà sul 15% di tutto il movimento. È un business importante, fa gola a tanti, sarebbe sciocco lasciarlo ai bookmaker stranieri che stanno affermandosi nel nostro paese. Il problema è allo studio dell’Aams».
In questo settore la leadership spetta a Totosì che, con 110mila conti aperti su 275mila, vanta il 43% del settore. In ascesa Microgame con 40mila conti e il 15% del mercato. Nella raccolta tradizionale Snai è saldamente al primo posto come testimonia il movimento nel trimestre maggio-luglio: in questo periodo il gruppo toscano ha raccolto scommesse per 147,5 milioni su 233,5 milioni, pari al 63,1% dl mercato. Alle sue spalle Toto 2000 (10,78%), Match Point (9,54%), Toto Carovigno (6,55%) e Pianeta Scommesse (5,85%). Sotto il 2% Microgame, Gruppo Core e Punto Betting.

Nel corrispondente periodo le scommesse telematiche sono state superiori ai 34 milioni di euro con un ritorno ai giocatori, sotto forma di vincite, del 78,9%.

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