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Mense, 5mila famiglie non pagano la retta Ma a Milano i bambini mangiano lo stesso

Sono circa 5mila, su un totale di 80mila bambini serviti, le famiglie che ogni anno non pagano la retta per la mensa nelle scuole servite da Milano Ristorazione. Il numero degli insolventi è spalmato in modo omogeneo su tutti gli ordini di scuola serviti dalla società, dagli asili nido alle scuole medie, ma risulta maggiore tra coloro che dovrebbero pagare la quota massima. Lo ha sottolineato ieri il presidente di Milano Ristorazione, Michele Carruba, a margine della presentazione di una ricerca sulle abitudini alimentari delle famiglie milanesi.
«Calcolare il numero di coloro che non pagano è difficile perchè cambia ogni anno, ma si può dire che lo zoccolo duro è costituito da circa 5mila famiglie l’anno. La concentrazione maggiore è tra coloro che dovrebbero pagare la quota massima. Il problema - ha spiegato il presidente Carruba - è che chi è nella fascia più alta è o chi ha il reddito più alto o chi non ha presentato la documentazione e quindi si trova automaticamente inserito in quella fascia. Quindi può darsi che tra costoro ci siano anche persone con situazioni particolari, come famiglie extracomunitarie non regolari. Milano Ristorazione ha il compito di riscuotere le rette e di comunicare al Comune quanto è riuscito a fare. Poi decidere come comportarsi in merito spetta al Comune che è il titolare del credito. Da quello che mi risulta, comunque, non si ricorrerà a strumenti che mettano in difficoltà i bambini. Quello che si vuole capire - ha specificato Carruba - è distinguere tra chi non vuole pagare e chi non può pagare».
I genitori stiano pure tranquilli. «È assolutamente fuori da ogni nostro pensiero - ha specificato l’assessore alle Politiche sociali Mariolina Moioli - far ricadere sui figli le colpe dei padri. Le nostre, tra l’altro, sono grammature abbondanti, figuriamoci se pensiamo di buttare via un piatto di pasta per non darlo a quei bambini i cui genitori furbescamente o per dimenticanza non hanno pagato la retta però intendiamo perseguire i comportamenti scorretti o irresponsabili di quei genitori che non contribuiscono pur avendone i requisiti economici e lo faremo con tutti gli strumenti di legge».


Il contributo chiesto alle famiglie è tra i più bassi d’Italia - ha ricordato la Moioli - non solo, non sono state aumentate le tariffe mentre le famiglie che non pagano da 700 sono diventate 7mila. «Diamo la possibilità alle famiglie di presentare in qualsiasi momento la documentazione».

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