Matthias Pfaender
Ancor prima di entrare in vigore, la Finanziaria fa già sentire i suoi effetti. Il caotico balletto di notizie e smentite, di provvedimenti prima annunciati e poi ritirati o modificati, ha influenzato uno dei settori più importanti del sistema Paese: il mercato dellauto. Ripercorrendo a ritroso la genesi della Finanziaria per il comparto automobilistico, si osserva che la proposta originale era di esentare dal pagamento del bollo per cinque anni le nuove auto Euro4 e di aumentarlo per le più inquinanti, con tasse più pesanti per le Euro 0 e aumenti proporzionalmente alleggeriti per Euro1, Euro2 ed Euro3, più una supertassa per i Suv modulata sulla basa di emissioni e cilindrata. Ma da fine di settembre a oggi, le norme proposte sono cambiate spesso. Dalle auto ai fuoristrada, dalle moto ai veicoli aziendali, una giungla cangiante di tabelle, esenzioni, sovrattasse ha mandato nel pallone quanti si accingevano a cambiare vettura; e mentre le case rincorrevano le modifiche della Finanziaria sbilanciandosi in pubblicità incentrate sul tema «esente da bollo», con postilla «salvo disposizioni diverse», i consumatori rinviavano lacquisto di una macchina nuova, nellattesa di capire quanto le nuove quattro ruote gli sarebbero costate in termini fiscali.
Quanto è pesato nei bilanci dei concessionari questo clima? Tanto, stando ai dati di unindagine dellUnione del commercio in collaborazione con Assomobilità, lassociazione che, nellambito dellUnione del commercio, rappresenta le varie categorie del comparto della mobilità e dei trasporti. I dati diffusi parlano di una diminuzione degli ordini dacquisto superiore al 45% per il 21% degli operatori, mentre per un altro 14% di gestori di concessionarie il calo è maggiore del 30%. Il 28% degli operatori del settore ha registrato infine una diminuzione degli ordini fino al 30%.
Secondo il presidente di Assomobilità, Simonpaolo Buongiardino, la Finanziaria ha «ingrippato» il motore del mercato dellauto. In unarea di mercato importante qual è quella milanese, non solo i rincari sul bollo auto o dei costi amministrativi, ma anche il «tira e molla» degli annunci dei provvedimenti hanno avuto uninfluenza pesantemente negativa, distribuita uniformemente fra le marche, sullacquisizione degli ordini dacquisto. «Al di là dei provvedimenti che producono un deciso incremento delle tasse sullauto, vero e proprio bancomat per lo Stato che già ora contribuisce per il 22% dellintero prelievo fiscale nazionale - ha dichiarato Buongiardino -, il continuo succedersi di annunci e ripensamenti crea incertezza nei confronti dei consumatori».
I primi giorni di novembre hanno confermato la tendenza negativa: il 28% degli agenti di vendita denuncia addirittura un sostanziale blocco delle immatricolazioni e un altro 14% segnala ad ogni modo un ulteriore peggioramento rispetto ad ottobre. Di situazione grave parla anche Tony Fassina, ex pilota di rally e ora a capo di un gruppo economico tra i più importanti a livello nazionale nella vendita di automobili: «Non credo che il mercato potrà rifarsi delle perdite accumulate entro la fine dellanno.
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