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La Merkel va a Bruxelles da commissariata

La Cancelliera tedesca ha dovuto chiedere l'autorizzazione del Bundestag per ogni concetto che userà nei negoziati

Quelli che credono di parlar bene usano l'orrendo neologismo sindacalese «paletti». Chi vuol parlare chiaro preferisce ricorrere a un'immagine più concreta: commissariamento. Entrambi sono comunque adatti a descrivere la situazione in cui si trova la Cancelliera tedesca Angela Merkel, quella che ieri il direttore del quotidiano Die Welt Thomas Schmid ha definito «stabile e razionale», contrapponendola a un Silvio Berlusconi «debole e irrazionale».
Questa stabile leader politica si è dovuta presentare ieri mattina al Bundestag, il Parlamento di Berlino, per ottenerne il via libera sulla questione del fondo salva-Stati prima di partire per Bruxelles. Un via libera non formale, ma indispensabile per consentirle di rappresentare in sede europea il punto di vista della Germania: e ciò in base a una recente sentenza della Corte costituzionale tedesca che prevede che tutte le decisioni comunitarie che possano comportare un peso per le casse dello Stato devono avere il via libera del Parlamento. Ogni volta che la «stabile» leader lascia Berlino diretta a Bruxelles lo fa dunque da commissariata.
La Merkel si è dovuta presentare a mezzogiorno al Bundestag e cercare non solo di tenere insieme la sua maggioranza parlamentare (Cdu-Csu più i liberali) alla quale rischiavano di mancare una quindicina di voti dissidenti, ma anche di ottenere un mandato il più ampio possibile dall'insieme dell'assemblea. In aula, quindi, è stata discussa una mozione di compromesso, frutto di un'intesa trasversale che ha visto inclusi anche i socialdemocratici e i verdi: unica contraria l'estrema sinistra della Linke, i nostalgici del Muro.
Il Bundestag ha dunque esplicitamente escluso che Angela Merkel possa impegnarsi con gli altri leader europei ad aumentare il contributo teorico della Germania al fondo Ue salva-Stati, già fissato in 211 miliardi di euro. Inoltre durante le trattative la Cancelliera non potrà sostenere alcun aggravio del ruolo anti-crisi della Banca Centrale Europea, in particolare per ciò che riguarda l'acquisto di titoli di Stato. Potrà invece sollecitare il potenziamento del fondo Efsf tramite ricorso a leva finanziaria e ad altri mezzi che non implichino maggiori contributi tedeschi.
Dopo aver accettato questi compromessi e perorato la causa della riforma dei trattati europei onde poter sanzionare i Paesi inadempienti, la Merkel ha ottenuto una larga maggioranza parlamentare (503 sì e 89 no) ed è partita, soddisfatta e commissariata, per Bruxelles.

Intanto il suo ministro della Difesa Thomas de Maiziere annunciava che presto saranno chiuse 31 delle 400 caserme presenti sul territorio tedesco: perché la crisi c'è anche in Germania, altroché.

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