Timido e allo stesso tempo un gran comunicatore. Lungimirante e curioso. Ecco il Mattei-uomo. QuellEnrico Mattei che ha contributo a far sì che lItalia sia entrata a fare parte delle più grandi potenze industriali del mondo. Lo stesso Enrico Mattei che ha fondato lEni e che volle realizzare nella metanopoli milanesi anche la Chiesa di Santa Barbara. Egli ne seguì personalmente la costruzione, curandone la decorazione e l'abbellimento con le opere dei migliori artisti della metà del '900, e chiese di dedicarla a Santa Barbara, patrona degli uomini che lavorano nell'industria mineraria.
Ed è stato proprio in questa chiesa, alla periferia di Milano, che ieri è stato celebrato il centenario della nascita dellimprenditore. Con una messa. Sul pulpito il cardinale Dionigi Tettamanzi.
La celebrazione rientra in una serie di iniziative decise dalla società per onorare la memoria di Mattei e a testimonianza che la sua personalità non è stata dimenticata la chiesa era stracolma di gente, anche nella galleria. Era presente, tra i tanti, anche l'attuale presidente della società, Roberto Poli, che ne ha tratteggiato la figura «come uomo» piuttosto che come manager.
«Mattei aveva la capacità di anticipare il futuro - ha sottolineato Poli - di superare i tempi, di dialogare con popoli diversi senza distinzioni di cultura e di razza. Aveva anche una grande capacità di comunicare e infatti anche se aveva un temperamento un po timido era un grande comunicatore».
Al termine della messa, che si è svolta nel tardo pomeriggio, il presidente ha consegnato all'Arcivescovo di Milano una fotografia in cui si ritrae il fondatore dell'Eni che consegna un plastico della chiesa di Metanopoli all'allora cardinale Giovanni Battista Montini, poi diventato Paolo VI. Ma Poli ha anche chiesto a Tettamanzi di diventare, come il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, socio dell'Associazione dei pionieri e dei veterani dell'Eni richiesta accolta dall'alto prelato.
«Io non ho avuto la fortuna di conoscerlo.
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