Roma - Fermo un giro. Il ddl proposto dal Guardasigilli Angelino Alfano è stato "congelato" consiglio dei ministri. In attesa di approfondimenti. "No, è ancora una proposta tutta da esaminare", spiega il ministro della Difesa Ignazio La Russa, lasciando Palazzo Chigi al termine del cdm, replica ai cronisti.
Lo stop di Lega e An La Russa ha precisato che "nel corso della riunione la discussione sul provvedimento del ministro Alfano per la messa in prova dei detenuti non è stato affrontata". Il titolare della Difesa ha sottolineato che sul tema "bisogna avviare un’attenta riflessione visto anche l’impatto che c’è stato sulla stampa. La parte importante del provvedimento - ha spiegato - riguarda la condizionale e la novità è: oggi chi ottiene la condizionale la incassa senza obblighi. Con il nuovo provvedimento, dovrà fare lavori socialmente utili per un periodo di tempo che arriverà ad essere pari alla durata della pena". Per la "messa in prova", La Russa si dice d’accordo con il ministro dell’Interno, Roberto Maroni: "Se fosse come è scritta sui giornali - osserva - io sono sulle stesse posizioni di Maroni". La Russa però esprime "solidarietà" al ministro della Giustizia Alfano visto che "ogni volta che esce una proposta subito qualcuno la crocifigge". A chi gli chiede se si riferisca alle critiche di Maroni, il titolare della difesa risponde: "No, penso a La Repubblica. Maroni ha solo reagito a quella lettura, che se fosse così, io la penserei come lui".
Stop ai benefici gratis "Si rassegni chi immagina che cui saranno trappole su indulti o amnistie. La posizione del governo è chiara: non ne faremo". Il ministro della Giustizia spiega che il ddl sulla certezza dell’applicazione della pena non era all’ordine del giorno del Cdm di oggi e che comunque il principale punto del provvedimento è dire "basta alla sospensione condizionale della pena gratis: chi ha fatto un danno alla società dovrà ripararlo lavorando obbligatoriamente, altrimenti niente condizionale e si fa il carcere per cui si è stati condannati". Sulla messa alla prova degli indagati, che è "un istituto completamente distinto" il ministro preannuncia "approfondimenti" e fa notare che si tratta di un istituto previsto da "un’ampia dottrina giuridica, dai lavori delle commissioni Nordio e Pisapia, e anche dal ddl sull’accelerazione del processo presentato da Mastella nella scorsa legislatura". Del ddl -"non si è discusso durante il consiglio dei ministri di questa mattina. D’altronde non era neanche all’ordine del giorno". Il guardasigilli, tuttavia, ipotizza che possa essere preso in esame nel Cdm di venerdì o in quello della prossima settimana. La messa alla prova non è l’elemento centrale del provvedimento. E infatti è cosa completamente distinta dalla questione principale e che il dicastero di via Arenula ha ritenuto potesse incontrare un ampio favore. "Approfondiremo e capiremo se questo favore c’è e in che termini", conclude Alfano consigliando agli esponenti dell’opposizione di "dare un’occhiata ai propri ddl prima di parlare, altrimenti rischiano una brutta sorpresa".
Cos'è la messa in prova Accusato di favoreggiamento, oppure di falso in bilancio, abuso di ufficio, truffa semplice o comunque di qualsiasi altro reato punito con pene fino a quattro anni di carcere. Chiunque è incensurato avrà la "chance" di vedere estinto il reato. E potrà farlo ricorrendo alla "messa alla prova", un istituto simile a quello già in vigore per i processi penali minorili: si sospendono l’udienza preliminare o l’udienza nella fase predibattimentale davanti al giudice monocratico, l’imputato svolge lavori di pubblica utilità indicati dal ministro della Giustizia e, alla fine di un percorso riabilitativo di massimo due anni, resterà incensurato, perché il reato che gli viene contestato è cancellato.
La bozza del testo - otto articoli in tutto - prevede anche un contemporaneo concessione dei benefici penitenziari per chi è stato già condannato: sospensione condizionale della pena, affidamento in prova, libertà controllata si potranno ottenere solo dietro l’obbligo di svolgere, gratis, per non più di due anni e fino a 24 ore a settimana, lavori sociali in favore di Stato, regioni, enti locali o enti di assistenza-volontariato. "Noi abbiamo un grande obiettivo: che chiunque abbia prodotto un danno alla società risarcisca la società" spiega il Guardasigilli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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