Cultura e Spettacoli

Il messaggio che segnò la sconfitta dei sudisti decifrato solo dopo 147 anni

Ritrovato in un museo americano un cifrato della Guerra d'indipendenza relativo alla disfatta di Vicksburg. Per decifrarlo è intervenuto un analista della Cia

Un messaggio segreto della Guerra di secessione americana (1861-1865) decifrato dopo 147 anni di impenetrabilità grazie ad un agente della Cia. E' successo a Richmond, Stati uniti, dove i dirigenti del "Museum of the Confederacy" hanno deciso di aprire una piccola bottiglia di vetro custodita da oltre un secolo nel museo che raccoglie i cimeli e i documenti risalenti al conflitto tra Nord e Sud. Queste bottiglie all'epoca del conflitto venivano abitualmente utilizzate per inviare messaggi cifrati. E infatti i ricercatori hanno trovato un testo criptato di poche righe inviato nel luglio del 1863 da un anonimo ufficiale confederato al generale J. C. Pemberton che da settimane si trovava nella città di Vicksburg, assediata da Ulysses Simpson Grant, comandante dell'esercito nordista. Il messaggio, scritto con un codice segreto, annunciava che le truppe di rinforzo non sarebbero mai arrivate nella città accerchiata e consigliava al locale presidio di prendere atto della situazione. Catherine M. Wright, direttrice del museo, per riuscire a leggerlo ha dovuto assoldare David Gaddy, un ex funzionario della Cia esperto decriptatore di codici. Dopo diverse settimane Gaddy è venuto a capo dell'arcano. Il codice utilizzato è quello di Blaise Vigenère, un codice plurialfabetico inventato alla fine del cinquecento. Oggi è considerato oggi uno dei sistemi di cifratura polialfabetici più semplici, ma fino al secolo scorso era considerato sicurissimo (comunque anche l'ex agente della Cia ci ha messo il suo tempo). Nel testo, con parole stringate un comandante sudista che secondo gli esperti potrebbe essere il Maggiore John G. Walker, al comando della Divisione Texas che si trovava oltre il fiume Mississippi, comunicava al generale Pemberton di non poter far nulla per salvare la città: "Non posso aiutarti, Non ho né truppe, né rifornimenti. Non ho modo di arrivare là". Dopo sei settimane d'assedio la città, affamata e sotto il tiro incessante delle artiglierie pesanti, capitolò il 4 luglio del 1863. Fino all'ultimo Pemberton aveva sperato nell'aiuto del generale Johnston che comandava circa 32mila soldati. L'arrivo del cifrato rese chiaro che ogni ulteriore resistenza era inutile.

Nei successivi 80 anni gli abitanti di Vicksburg si rifiutarono di celebrare la festa d'Indipendenza americana perché ricorreva nello stesso giorno in cui, dopo un tremendo assedio, la città era caduta nella mani degli unionisti.

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