Giampilieri (Me)Un disastro annunciato, una tragedia che forse si poteva evitare. Il giorno dopo lalluvione è già scattata la corsa al colpevole. Si cercano responsabilità per quel che è accaduto. Sotto accusa la politica ed i politici che non hanno messo in sicurezza la collina crollata.
Secondo una nota della Presidenza della Regione, per mettere in sicurezza le zone a rischio di dissesto idrogeologico lassessorato regionale al Territorio «ha messo a punto e completato lintera mappatura della Sicilia sia nelle zone interne che costiere. Fin dal 1998 sulla provincia di Messina, colpita dalle ultime alluvioni, sono stati spesi per sistemazioni idrauliche e dissesto idrogeologico oltre 200 milioni di euro, con fondi statali ed europei gestiti dalla Regione. Di questi fondi al Comune di Messina sono andati 15 milioni di euro. Inoltre il ministero dellAmbiente di concerto con lassessorato ha destinato altri 9 milioni di euro a Messina e 2 milioni e 700mila euro a Scaletta». Mentre Giampilieri non è tra le zone inserite nel rischio idrogeologico. Eppure due anni fa la montagna, proprio in quella zona era già crollata senza fare vittime, ma creando lo stesso il caos. Così anche se non era zona a rischio erano stati comunque individuati i lavori necessari: volevano rinforzare la montagna per mettere in sicurezza la zona. Parole? Sì, però sembrava che ci fossero anche i fatti: era già stata fatta la gara e lappalto assegnato ad una ditta. Pareva un modello di efficienza: trovato il problema e subito stanziati i soldi per risolverlo. Già, i soldi. Quelli che dovevano arrivare e invece non sono mai arrivati. Altro che efficienza. Due anni di attesa e niente. Due anni di attesa con la montagna pericolante e con la gente sotto, con la ditta pronta a lavorare e però costretta a rimanere ferma. La beffa, poi. «I soldi sono arrivati tre giorni fa», racconta ora un abitante. «Gli amministratori stavano festeggiando per larrivo dei fondi per il nostro villaggio (750mila euro o poco più, ndr) e adesso sono tutti in silenzio perché hanno capito che di quei fondi non ce ne faremo niente». «Lalluvione dellottobre 2007», spiega un consigliere di Giampilieri, «aveva già fatto franare parte della collina, ma dopo i primi interventi per tamponare lemergenza non cè stato alcun lavoro di messa in sicurezza a lungo termine, come invece annunciato».
«Per il biennio 2009/2010, fa sapere la Regione, sono disponibili poco meno di 50 milioni di euro. Il Comune di Messina ha già richiesto oltre 22 interventi e 5 per Scaletta Zanclea. È in corso di redazione lelenco delle zone per lattribuzione dei finanziamenti e lavvio dei lavori per la messa in sicurezza». E mentre si aggrava con il passare delle ore il bilancio del violento nubifragio che si è abbattuto sulla Sicilia, le polemiche si arroventano. Diciotto i morti, 35 i dispersi, oltre 80 i feriti, 400 gli sfollati e almeno venti gli edifici crollati.
La pioggia è caduta tutta insieme. Una quantità enorme in poche ore. Circa 200 millimetri. Questo significa che sulla zona si è rovesciata una quantità di pioggia pari a più del doppio rispetto alla precipitazione media di tutto il mese di settembre. Frane, crolli e allagamenti hanno devastato e ridotto in ginocchio alcuni comuni del Messinese. Persino in mare sono stati recuperati dei corpi nei pressi di Scaletta Zanclea. Giampilieri, Santo Stefano Briga, Messina sud e Scaletta Zanclea le zone più colpite. La situazione più critica si registra a Giampilieri, dove è franato un intero costone roccioso. Il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato demergenza e il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, sul posto per coordinare i soccorsi, ha parlato di «una situazione davvero critica». Intanto la procura di Messina ha aperto uninchiesta per disastro colposo. Mezzi di soccorso e sezioni operative sono stati inviati da altre aree della Sicilia, dalla Campania, dalla Calabria.
Da ieri notte sono state evacuate centinaia di persone che hanno trovato riparo in scuole e caserme. Giampilieri è di nuovo in ginocchio. Segno che evidentemente non si è intervenuti in tempo. Cè chi dice però che la colpa di tutto quel che è accaduto sia degli abitanti della zona che hanno costruito praticamente ovunque.
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