«Mi ha eletto la Puglia ma lavorerò a Genova»

«Mi ha eletto la Puglia ma lavorerò a Genova»

Pensa alle provinciali di Savona e alle regionali del 2010, ma lavora per un futuro che è già domani. Luigi Grillo, senatore del Popolo delle Libertà è stato eletto in Puglia e ieri era a Genova. Perché è nel capoluogo ligure che lo spezzino Grillo conta di poter realizzare i suoi progetti migliori, di nuovo nel campo delle Infrastrutture. «Ho chiesto di tornare nella commissione Infrastrutture per poter subito lavorare a due progetti - spiega Grillo recuperato via telefono in auto mentre sta viaggiando per non perdere i primi appuntamenti in Liguria - In primo luogo dobbiamo rimettere mano alla legge sui porti, perché è il settore che ce lo richiede a gran voce, e poi dobbiamo aggiornare la legge obiettivo per poter sveltire le procedure, cancellare le norme introdotte dall’ex ministro Di Pietro e aprire di nuovo ai privati la possibilità di finanziare le opere pubbliche». Una battaglia, quest’ultima, che consentirebbe di realizzare opere importanti per le quali non ci sono soldi pubblici oggi come non c’erano ieri e difficilmente arriveranno domani. «Invece vogliamo riportare all’ordine del giorno il discorso sulla gronda di levante che il governo precedente aveva cancellato, il terzo valico e la pontremolese, oltre al raddoppio della ferrovia nel ponente ligure e la gronda di ponente», racconta d’un fiato Grillo, che di infrastrutture se ne intende per aver partecipato, nel governo Berlusconi alla stesura di progetti di grande respiro. «Soprattutto per la Liguria, che deve ripartire a velocità sostenuta proprio sul fronte delle infrastrutture - dice il senatore -, altrimenti l’economia non potrà risollevarsi».
In queste ore, però, l’importante è anche godere dell’entusiasmo per lo straordinario successo regionale della coalizione guidata da Berlusconi.

«Il risultato in Liguria è una sorpresa straordinaria e bellissima - continua il senatore spezzino - una svolta epocale, l’avvio di una nuova stagione politica che consentirà a Berlusconi di fare quelle riforme costituzionali condivise e rialzare l’economia andata a fondo con il governo Prodi».

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