Serialità

"Mi risveglio dal coma come in una favola ma la vita dopo è dura"

La protagonista di "Buongiorno, mamma!" nella nuova stagione vive "un miracolo"

"Mi risveglio dal coma come in una favola ma la vita dopo è dura"

I miracoli a volte accadono. Almeno per chi ci crede. Di certo per fiction sì. E dato che le fiction servono per consolarci, ecco che gli spettatori avranno una bella sorpresa nella seconda stagione di Buongiorno, mamma!, la fiction prodotta da Rti e Lux Vide che tornerà su Canale 5 da mercoledì 15 febbraio (con raddoppio il 17 e poi ogni venerdì per sei serate complessive). Miracolata sarà Anna, la mamma del titolo, impersonata da Maria Chiara Giannetta. Da otto anni in coma su un letto circondata dall'amore del marito Guido (Raoul Bova) e dei quattro figli che nel frattempo crescono e affrontano tutti i problemi della vita, a un certo punto spalanca gli occhi, ma il ritorno alla vita non sarà per niente facile. In più si capirà come e perché si è trasformata in una persona in stato vegetativo e quali altri segreti nasconde la famiglia Borghi. Insomma la serie diretta da Alexis Sweet e Laura Chiossone è una riflessione - ovviamente romanzata - sul fine vita, ma anche un thriller accattivante.

Dunque, Maria Chiara, che succede al tuo personaggio?

«Succede proprio un miracolo. È come se la famiglia venisse premiata per la dedizione verso la madre e moglie e per la lunga attesa».

Anna è come una Bella Addormentata, perfetta mentre è in coma e anche quando si sveglia.

«E infatti la nostra è una favola. Una persona allettata non può restare così bella ed è impossibile recuperare tutte le funzioni dopo anni di incoscienza. Però i medici, le persone che si sono svegliate e i loro familiari con cui sono entrata in contatto mi hanno rassicurata: per loro l'importante è che se ne parli, anche se in maniera romantica, che si racconti cosa significhi affrontare queste situazioni. Perché il risveglio è solo il primo step».

Poi ci vogliono ancora più affetto e abnegazione, come si vedrà nella fiction.

«Certo, all'inizio c'è una grande gioia. Poi diventa molto dura: bisogna rimboccarsi le maniche e cercare di aiutare la persona a riprendere i ritmi della vita con coraggio, pazienza e gradualità».

E cosa succede alla famiglia, a questi figli diventati grandi e al marito che per anni è stato madre e padre?

«Ora la mamma ha un problema di identità, di inadeguatezza. Paradossalmente per i figli era più facile rapportarsi con lei quando non rispondeva. Adesso non conoscono questa nuova donna e anche lei non conosce se stessa».

Ma questo racconto non può ingenerare false speranze anche se il pubblico sa bene che si tratta di fiction?

«Quello che succede è simbolico. Il punto focale della seconda stagione è il ritorno di una persona fondamentale, di una madre, non importa in che modo, e di come questo evento cambi la vita di tutti quelli che la circondano».

Anna si risveglia, ma per molte persone finite in coma il destino è diverso. Cosa pensi del dibattito sulle leggi sul fine vita?

«Penso che a ciascuno di noi debba essere consentito il diritto di scegliere. La vita va vissuta e non sopravvissuta».

Cosa ti hanno raccontato le persone uscite dal coma che hai incontrato?

«Ho conosciuto una donna che si è risvegliata dopo tre mesi e sono rimasta impressionata dalla sua forza di volontà. E da quella del marito: un guerriero, fa di tutto per accudirla, nutrirla, farla parlare, come Raoul nella serie».

Con Bova siete una coppia fissa sul set: in Buongiorno, mamma! e in Don Matteo, dove lui è Don Massimo e tu il capitano Olivieri.

«Sì, però in Don Matteo ci vediamo poco, purtroppo, abbiamo poche scene insieme: io arrivo sempre dopo di lui, lo rimprovero e poi me ne vado. Certamente nella serie di Canale 5 ci siamo conosciuti meglio, lui è sempre rispettoso, generoso, molto serio».

Ruoli sempre difficili i tuoi: cieca in Blanca e inferma in Buongiorno, mamma...

«Sono due personaggi completamente diversi. Anna è una donna madre di quattro figli, che cerca di qualche modo di rialzarsi. Blanca è una ragazza di 25 anni che vuole spaccare il mondo e a cui non interessa essere cieca, per lei è solo una forza. Preparare entrambi i ruoli mi ha arricchito molto, soprattutto incontrare le persone che hanno vissuto veramente queste situazioni».

L'anno scorso eri sul palco a Sanremo come co-conduttrice, come vivrai quest'anno il Festival?

«Sicuramente lo vedrò in modo diverso perché ho la consapevolezza di quello che succede dietro le quinte.

Sono molto curiosa, faremo gruppi d'ascolto per seguirlo!».

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