«Mi sono difeso, è stato il tassista ad aggredirmi»

«Mi sono difeso, è stato il tassista ad aggredirmi»

Lunedì pomeriggio, davanti alla polizia che lo aveva fermato sotto casa e portato in questura perché sedici ore prima aveva aggredito un tassista di 68 anni, si era detto «dispiaciuto». Poche parole che già sembravano bruscolini davanti all'enormità di un uomo, Alfredo Famoso, ormai in coma irreversibile e rimasto attaccato alla vita solo attraverso un filo sottilissimo destinato a spezzarsi. Famoso è morto martedì sera al Niguarda. Ieri mattina, durante l'interrogatorio di garanzia nel carcere di San Vittore, sospeso tra un'accusa di omicidio volontario o di omicidio preterintenzionale, Davide Guglielmo Righi ha fornito una sua versione dei fatti. Dinnanzi ai pm Maria Teresa Latella e Alberto Nobil e al suo difensore, l'avvocato Margherita Rossi, il consulente informatico 48enne avrebbe spiegato infatti al gip Gianfranco Criscione che domenica, all'angolo tra via Morgagni e piazzale Bacone, non è stato lui a lanciare la confezione di bottiglie d'acqua contro il taxi «Aquila 7». Al contrario, non rispettando la precedenza delle strisce pedonali - sulle quali stava insieme alla compagna incinta e di ritorno dalla spesa al vicino supermercato di via Piccinni - secondo Righi sarebbe stato proprio Famoso a colpire con la sua Toyota Prius la confezione che il pedone teneva in mano mentre inchiodava nel tentativo di non investirlo. A quel punto, dopo la precedenza non data, il tassista sarebbe sceso dalla sua vettura «con aggressività», spingendo il consulente informatico a buttargli in faccia le quattro bottiglie. «Mi sono difeso» avrebbe quindi concluso Righi. Un diverbio finito con la vittima che ha sbattuto la testa prima contro la ruota di scorta di un suv parcheggiato, poi sull'asfalto. Dove ha perso subito conoscenza e non si è più ripreso.
Oggi il gip deciderà se convalidare il fermo disposto dalla Procura di Milano con l'accusa di omicidio volontario per il consulente informatico, quindi sempre stamane si saprà anche se l'uomo, come vorrebbero i pm, dovrà restare in carcere. La difesa, intanto, ha chiesto la sua scarcerazione nonché la derubricazione del reato in omicidio preterintenzionale.
Mai come in questo momento diventa fondamentale l'esito dell'autopsia per determinare se le lesioni che hanno portato alla morte del tassista siano state provocate dal colpo infertogli al volto da Righi con la confezione d'acqua o se letale siano state le due cadute successive.
Intanto i residenti di via Morgagni, insieme ad alcuni tassisti, stanno organizzando per venerdì alle 18.45, all'angolo con piazzale Bacone, un momento di raccoglimento per Alfredo Famoso a cui parteciperà anche l'assessore comunale alla Mobilità Pierfrancesco Maran, che abita in zona. «Credo sia un giusto modo per ricordarlo e per riflettere su quanto avvenuto» ha scritto ieri Maran sul suo profilo Facebook.
La tensione in città intanto è alle stelle.

Ieri alle 19 in via Mario Pagano un tassista di 52 anni, al culmine di una lite, ha spaccato con un bastone il lunotto della vettura di un altro automobilista 55enne che gli avrebbe tagliato la strada. Il tassista è stato denunciato alla polizia per danneggiamento.

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