«Mi sono fidato di un giudice: adesso mi sento solo truffato»

«Mi sono fidato di un magistrato e di un amico, e ora io e mia moglie ci sentiamo truffati. Non trovo un altro termine, sinceramente». Giuseppe Dimiccoli, titolare di un’impresa d’abbigliamento a Barletta, racconta la sua versione della querelle che lo vede opposto al pm tranese Antonio Savasta, col quale nel 2005 aveva acquistato la «masseria San Felice» nella vicina Bisceglie.
Sicuro che quei soldi dati al pm non fossero un prestito?
«Se fosse stato un prestito, perché mai nella scrittura privata Savasta avrebbe scritto che si obbligava a vendere la mia porzione dell’immobile? E perché mai io avrei comprato materiali per la costruzione e arredi per la casa spedendoli a quell’indirizzo? Per generosità? Sono prestiti pure quelli? Di soldi gliene ho dati anche altri, più di centomila euro, con assegni miei intestati a lui. Non ho ricevute, ma una traccia ci sarà, no?».
Certo che è difficile da credere che qualcuno possa sborsare tanti soldi senza un pezzo di carta.
«Chiamatemi fesso, ma mi sono fidato di un pm. Meno male che quando Savasta mi ha chiesto di comprare l’altra quota, per mia moglie, lei ha preteso qualcosa di scritto. Così c’è almeno la scrittura privata a dimostrare che non ho le traveggole».
Il pm le ha offerto la restituzione della somma, perché non ha accettato?
«Perché mi sento truffato e preso in giro, io e mia moglie abbiamo persino chiesto un prestito per diventare comproprietari di quella casa, vogliamo giustizia. Ora esiste un resort, con il mio parquet e parte dei miei mobili, che produce guadagni. Dovrei prendermi un po’ dei soldi spesi e starmi zitto? No, grazie. Non posso credere che Savasta mi abbia chiesto per lettera di dargli “il maggior valore reale” della masseria, l’abbiamo comprata insieme. Certo che vale di più di quando è stata comprata. Sono aumentate le cubature, con la costruzione di strutture che non c’erano, e ho le foto a dimostrarlo. Era tutto in regola? Lui mi diceva di sì, ma una piscina si può costruire solo con la dichiarazione di inizio attività o serve il permesso a costruire? E ancora, io degli incassi di feste e festini organizzati lì, anche prima di essere buttato fuori, non ho mai visto un euro. Volevo un rendiconto. E uno stop alle attività visto che non avevamo autorizzazioni».
Sta parlando di abusi edilizi e di feste in nero?
«Per le feste in nero non ho dubbi. Quanto agli abusi, so che sono stati fatti molti lavori, alcuni sono adesso in corso d’opera e non ne so nulla, come la trasformazione in corpo di fabbrica di quello che era solo un piazzale coperto da una tenda. Ma ricordo, e ci sono le foto, che molti degli ambienti che ora ospitano stanze e locali, quando abbiamo comprato la struttura non esistevano proprio. La masseria era un mezzo rudere.

Qualche dubbio mi era venuto, ma lui mi rispondeva: “Sono un magistrato, figurati se non faccio tutto come si deve”».
Le è bastato per fidarsi?
«Per me magistrati sono Falcone e Borsellino, è ovvio che mi sono fidato, ma forse non sono tutti come loro. Savasta, con me, di certo non si è comportato bene».
MMO

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