«La mia Porta più aperta all’Unione»

Emanuela Fontana

da Roma

«Perché le cifre non le chiediamo a tutti? Andiamo a vedere come vengono gestite tutte le trasmissioni». Se si deve iniziare a contare, allora i calcoli siano spalmati su tutti i canali: così Bruno Vespa è passato al contrattacco ieri su Repubblica Radio dopo che sul quotidiano di De Benedetti, ieri mattina, aveva snocciolato tutte le cifre delle presenze di maggioranza e opposizione nel suo salotto di Porta a Porta.
La provocazione era partita il giorno prima, sempre sulle colonne di Repubblica, da Emma Bonino: la leader radicale aveva annunciato di rifiutare l’invito di Vespa a partecipare alla trasmissione sull’enciclica di Benedetto XVI. Chiamando Porta a Porta «la terza Camera», Bonino aveva puntato il dito contro Vespa chiarendo che i radicali vengono ospitati sulla trasmissione politica di punta di Rai Uno più o meno una volta all’anno («proprio il 20 gennaio scorso ricorreva l’anniversario della mia ultima convocazione»). L’eurodeputata aveva dunque rispedito indignata l’invito al mittente, chiarendo di non voler «accettare briciole ed elemosine in un gioco truccato sperando che altri vogliano fare lo stesso» e aggiungendo che l’invito, in alternativa, di Marco Pannella è inappropriato, «a meno che non prevediate la possibilità di collegamenti ospedalieri». È scoppiato così il caso Porta a Porta, perché ieri su Repubblica Vespa si è visto costretto a rispondere, e ha colto l’occasione per portare alcune cifre a dimostrazione della par condicio della trasmissione, come i «dati di Porta a Porta nella stagione in corso: governo 38 presenze, maggioranza 30, opposizione 64», con un totale quindi di 68 a 64. Ecco invece le presenze per partito portate da Vespa: «Forza Italia 12, Alleanza nazionale 10, Ds 24, Margherita 15». Per quanto riguarda i singoli leader di partito, nell’arco della legislatura il recordman di presenze da Vespa è Fausto Bertinotti (42), seguito da Alfonso Pecoraro Scanio (40), Piero Fassino (33), Clemente Mastella (32), Enrico Boselli (25), Gianfranco Fini (22) Marco Follini (20) e ultimi a pari merito con dieci presenze Silvio Berlusconi e Massimo D’Alema.
La Lega è intervenuta complessivamente 55 volte, i radicali 16. A questo proposito il conduttore puntualizza: «E sempre su argomenti che hanno caratterizzato le loro battaglie politiche. Non è poco, vista la loro modesta influenza parlamentare su altri temi per l’assenza delle Camere». Nel corso di dieci anni, aggiunge Vespa, «non c’è stata nessuna puntata senza contraddittorio diretto (quasi sempre) o differito». La conclusione: i dati portati da Bonino «sono falsi».
I «no» ai radicali sono stati forti e chiari nelle ultime 48 ore: da Pecoraro Scanio («Con noi Verdi Vespa è stato più equo che, ad esempio, Ballarò) a Bertinotti, che ha avvertito: «Non condivido l’appello di Emma Bonino. Per un partito corsaro come Rifondazione è indispensabile solcare tutti i mari».
Forte dell’appoggio dei suoi ospiti storici, Vespa ha difeso a spada tratta la sua bipartisanità a Repubblica Radio in un duetto con Maurizio Mannoni, conduttore di Tg3 e Primo Piano.

Perché, ha chiesto il volto di Porta a Porta al suo interlocutore, non si diceva niente anni fa, quando «quattro trasmissioni erano affidate a Gad Lerner?. Quattro serate a Gad Lerner non destavano scandalo». Una mano sulla calcolatrice e una sulla coscienza, per valutare con onestà.

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