«Il Milan dipende da Ibra? E l’Inter da Eto’o»

C’era anche Mino Raiola ieri a Milanello per l’allenamento di rifinitura prima di Parma-Milan. E quando è comparso Allegri, la battuta - fatta davanti ai giornalisti - è stata quasi inevitabile: «Mister le devo parlare di mercato». Scherzi a parte, la partita contro il Parma «deve dare uno scossone alla nostra classifica: sarà come una finale», sentenzia il tecnico rossonero, convinto che una vittoria prima dello stop per le nazionali oltre ai tre punti porti con sé anche un’abbondante dose di fiducia e autostima.
Pace fatta con Seedorf («è un ragazzo intelligente, abbiamo chiarito con la squadra»), Pato torna disponibile (partirà dalla panchina), Ibra sarà regolarmente in campo, Dinho tornerà titolare: «Nessuno ha il posto fisso: se l’è presa per l’esclusione in Champions? - si chiede l’allenatore - Giusto così, mi sarebbe dispiaciuto il contrario». Nessuna dipendenza da Ibra: «Gioca nel Milan, è giusto che faccia gol: dire che siamo dipendenti da lui è riduttivo perché se Ibra segna vuol dire che ci sono 10 compagni alle sue spalle che l’hanno messo in condizione di segnare.

Ma per arrivare a vincere servono i gol di tutti, dei centrocampisti e dei difensori, e mi sembra che nelle ultime partite abbiamo creato diverse occasioni. Ma dire che il Milan dipende da Ibra è come dire che l’Inter dipende da Eto’o».
AnBi

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