Antonio Conte non vuole pronunciare la parola scudetto. I bianconeri sono gli unici imbattuti del campionato e contro il Cesena hanno la possibilità di riprendersi la testa della classifica, momentaneamente occupata dal Milan. Anche se la Juve corre, il Milan "passeggia", secondo la definizione del tecnico: «Nelle ultime otto partite ne ha vinte sette e pareggiate una, ma ciò che mi stupisce è il modo in cui le a vinte: sempre passeggiando. E non è che le avversarie siano state arrendevoli, tutt'altro. Il Milan per il calcio italiano dev'essere motivo di orgoglio visto che ha tenuto testa al Barcellona. Il nostro movimento è in difficoltà, ma grazie a Milan, Napoli e Inter speriamo invece di arrivare con tre squadre al secondo turno di Champions League e in Europa League sembra ci sia la possibilità di fare altrettanto. Speriamo, perchè farebbe bene a tutto il calcio italiano. Riprenderci in Europa ci dà forza, perchè significa tornare a essere competitivi».
La parola scudetto diventa da blocco allo stomaco: «Scudetto? È il Milan ad aver vinto lo scudetto lo scorso anno e questa è la sua base di partenza. Noi invece veniamo da due settimi posti consecutivi. Per il nome che porta è giusto che la Juventus venga indicata sempre tra le favorite, ma non si può dire altrettanto se si guarda agli ultimi risultati. Non mi sembra che si parli del Palermo, arrivato ottavo, o dell'Udinese, quarta, come favorite».
Stavolta considerando i quattro diffidati, Chiellini, Bonucci, Pepe e Vidal, si potrebbe pensare al turnover. Conte però non è tipo da fare calcoli simili: «Solo il reparto difensivo mi può far riflettere, ma per il resto la partita più importante è sempre e solo la prossima. Contro il Cesena dobbiamo valorizzare con una vittoria i risultati di Roma e Napoli che altrimenti sarebbero sminuiti. Mancherà Pirlo è vero, ma ho fiducia in chi giocherà: sono sicuro che la squadra darà il 120% per metterlo nelle migliori condizioni».
Il tecnico juventino tira i primi conti: quando è diventato allenatore della Juve si è «posto degli step, come un ingegnere quando stende un progetto. Il primo era tornare a essere competitivi, ovvero avere credibilità agli occhi dei tifosi e degli avversari. Questo lo abbiamo raggiunto e non era facile. Ora c'è il secondo: mantenere la competitività, cosa non riuscita negli anni passati.
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