Milana guida il comitato-Bonino. E il Pd esplode

Ha una sede e un coordinatore il comitato elettorale di Emma Bonino, candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione. L’indirizzo è a Trastevere, in via Ripense: uno spazio di circa 300 mq dotato anche di un ampio magazzino: l’inaugurazione è prevista per i primi di febbraio. Padrone di casa sarà Riccardo Milana, coordinatore romano del Pd. «Ora c’è molto da lavorare perché il Lazio abbia un governo forte, autorevole e onesto, con a capo Emma Bonino», le prime parole di Milana, che ha anche smentito l’ipotesi di rivestire il ruolo di vicepresidente in caso di vittoria del centrosinistra: «La forza di Emma è proprio nel suo essere fuori dagli schemi e dagli apparati: le va lasciata tutta la libertà possibile anche in queste scelte». Figura di raccordo tra la candidata e il comitato sarà Rita Bernardini, altra storica pasionaria radicale. Una sorta di traduttrice simultanea «radicale-Pd» che evidenzia l’estraneità di Bonino alla nomenklatura e alle logiche del centrosinistra.
Ma non è questo il problema più grave. Il guaio è che a molte delle anime del Pd la scelta di Milana a soprintendente della campagna elettorale non va giù. Nella sostanza e nel metodo, come si dice in questi casi. Protesta l’area Letta: «Una decisione non condivisibile e accettabile. È opportuno che venga immediatamente convocata la direzione del partito per avere dal segretario chiarimenti», dicono i consiglieri Fabrizio Panecaldo e Antonio Stampete. Si indigna l’area Marino: «Il modo con il quale è stata individuata la proposta di Milana a coordinatore del comitato - si legge in una nota - non è condivisibile nel metodo perché, nonostante le riserve e la contrarietà delle aree politiche di minoranza, si è voluto procedere con un’inspiegabile forzatura, mal digerita anche nell’area Mazzoli-Bersani». Sbraita l’area Franceschini: «La nomina di Milana come coordinatore del comitato di Emma Bonino è sbagliata - dice forte e chiaro Roberto Morassut -. A Emma è stata chiesta questa nomina da un accordo tutto interno alle correnti del Pd nel quale il segretario regionale non ha svolto nessun ruolo, se non quello di forzare la mano nonostante il dissenso di metà partito regionale.

La nomina è sbagliata anche perché è noto ed evidente a tutti il disagio ed il malumore di un partito come quello di Roma, di cui Milana è segretario, che è senza iniziativa politica e in preda a conflitti costanti e che da tempo non riunisce i propri organismi. Infine è sbagliata perché non da respiro al centrosinistra ma è solo l'espressione di un faticoso equilibrio interno attento solo ai posti». Auguri, Emma, tira una brutta «area».

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