Milanesi, basta Ecopass Dovrà pagare solo chi arriva in città

Il sindaco assicura che la scelta sarà fatta «nella massima condivisione» e prima di tutto si «discuterà il metodo». Ma se l’argomento Ecopass sembra il tabù della campagna elettorale e ai continua ad essere rinviato ai tavoli politici (anche oggi il vertice con Pdl e Lega si concentrerà su come distribuire le politiche sociali senza che i soldi finiscano quasi tutti in tasca agli immigrati), la maggioranza inizia ad alzare i paletti. Il tema può costare voti. E dato che il comitato dei saggi incaricato di studiare le strategie antismog da inserire nella campagna elettorale «da mesi - come puntualizza il leghista Matteo Salvini - è inutile che si continui a nascondere la polvere sotto la coperta, affrontiamo la questione, noi le idee le abbiamo». Per il Carroccio, stop a Ecopass e sì al centro chiuso o ad uno sviluppo di isole pedonali.
Il Pdl punta l’occhio su due dati. Grazie (anche) al provvedimento le auto che circolano sono più pulite e oggi l’80% dei veicoli che entrano in centro non paga più Ecopass. E il circuito virtuoso innescato nel 2008 e che stava dietro alla filosofia della pollution charge - gli incassi vengono reinvestiti nel trasporto pubblico - si è interrotto. L’idea che prevale quindi è di trasformarlo in una tassa (o ticket) di scopo a carico dei city users: pagherebbero tutti a prescindere dal motore e i fondi verrebbero investiti in opere e collegamenti verso l’hinterland.

Per i milanesi: una parte del Pdl chiede che si arrivi al costo zero, un’altra punterebbe a salvare almeno la formula di ticket ambientale per chi ha ancora auto inquinante, ma il prezzo potrebbe essere simbolico. Da discutere se si pagherà l’ingresso nella Cerchia o ai confini della città. Nel secondo, i residenti sarebbero praticamente salvi.

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