Milano Una causa interminabile E il verdetto slitta ancora al 2013

Nessuna corsia preferenziale per i processi a Silvio Berlusconi: questa è la spiegazione dei vertici del tribunale per la rapidità - meno di due mesi - con cui è stato fissato il processo al capo del governo. «Siamo efficienti perché non abbiamo arretrati». Bisognerebbe però andarlo a spiegare al piccolo imprenditore milanese che ieri si è presentato al sesto piano dello stesso Palazzo di giustizia, convinto di assistere all’atto finale della causa intentata contro un grande ente pubblico. Causa che si trascinava da tempo: nel 2006 l’imprenditore aveva citato in giudizio l’ente, nel 2009 una giudice aveva fissato l’udienza di ieri per la «precisazione delle conclusioni», ultimo passaggio prima della sentenza. Tre anni di attesa: anche perché nel frattempo la giudice aveva cambiato posto e tutti i suoi fascicoli erano finiti ad un altro collega. Ieri mattina la sorpresa: il nuovo giudice non c’è. Al suo posto un «got», un supplente pagato a cottimo. Che non può, per legge (chissà perché), inviare le parti a concludere. E quindi si deve rinviare.

Quando sente la data, l’imprenditore resta di sasso: 18 dicembre 2012, tra quasi due anni. Poi ce ne vorrà almeno un anno per la sentenza di primo grado. In tutto, se andrà bene, dall’inizio saranno passati sette anni: ammesso che l’azienda non sia fallita nel frattempo.

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