La «Milano Classica» in trasferta al Castello

È stato teatro di contese tra fazioni piacentine. Venne attribuito ai Dal Verme, quindi finì nelle mani di Ludovico il Moro che ricorse al veleno pur di sbarazzarsi del proprietario. Alla fine è tornato alla casata legittima, quella dei Dal Verme. Oggi il Castello di Zavattarello, nel pavese, appartiene alla rosa dei più bei borghi d’Italia. Lì si tiene la prima edizione del Festival Concerti al Castello nell’ambito di Castrum Vivium e con l’Orchestra Milano Classica veicolo della manifestazione. Un’Orchestra nata dalle ceneri dell’Angelicum, nel 1993, dotata di una sua stagione nella Palazzina Liberty però farcita da trasferte fuori casa. I tre concerti, al via oggi (ore 21), saranno centrati sul repertorio - anche di casa nostra - del Sei e Settecento. Oggi con la direzione di Alfonso Saura, il complesso milanese omaggia il festeggiato del 2006, Wolfgang Amadeus Mozart, e del presente anno, Edvard Grieg, più l’incursione nella Spagna vista con occhi francesi, quelli di Georges Bizet. Si parte con la celeberrima «Eine Kleine Nachtmusik K525» di Mozart, l’ultima Serenata del compositore, splendido omaggio alla trasparenza e levità. Musica che assume gli umori del tragico nella Suite tratta dalla Carmen di Bizet. Drammatica è anzitutto la melodia che costituisce il filo rosso dell’opera e della stessa Suite, cioè la linea che fa un ritratto in musica di Carmen: la donna fatale, indomita, libera, o meglio troppo libera e quindi destinata alla morte.

Tema che si intreccia con l’esuberanza e l’atletismo del motivo che traduce l’animo della corrida e dei toreri, uno su tutti: Escamillo. Suite segnata da ritmi cavalcanti, impennate, trasparenze inaudite (così care ai francesi) e toni luttuosi.

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