I milanesi? Dopati al lavoro. No, non avete letto male, non c'è scritto dopati di lavoro come verrebbe spontaneo pensare, data la fama di stakanovisti che li circondano da sempre. Ma dopati al lavoro: in ufficio e in fabbrica sniffano e «si fanno» di cocaina ed eroina.
A lanciare lallarme è stata ieri, alla firma del «Patto per la prevenzione» con 47 organizzazioni, lAsl Città di Milano che ha anche scoperto che è cambiato il modo di consumare gli stupefacenti: va di moda, per esempio, iniettarsi la coca. Ma perché tanti cittadini si drogano? «Per migliorare le prestazioni - spiega Riccardo Gatti, Direttore del Dipartimento delle Dipendenze Patologiche dellAsl - non quindi per uscire dalle regole sociali ma per essere maggiormente attivi, produttivi, inseriti. Si tratta pertanto di un vero e proprio uso dopante degli stupefacenti. Questo comportamento, come labuso di tranquillanti, rientra in un unico fenomeno pericoloso: ovvero la tendenza a una sempre maggiore legittimizzazione e normalizzazione dellassunzione di sostanze legali e illegali, anche mischiate, in svariati e molteplici contesti di vita quotidiana».
Un quadro sconfortante che pone Milano allavanguardia nei comportamenti sbagliati. E a proposito davanguardia, la nostra città anticipa i segni di cambiamento sociale. È il caso della comparsa delle cosiddette «droghe etniche», sostanze tipiche delle popolazioni straniere immigrate. «La loro diffusione - mette in guardia il dottor Gatti- potrebbe avere nel prossimo futuro importanti ripercussioni sugli stili di consumo dei milanesi stessi. E per la par condicio, lintegrazione in città di grandi numeri di cittadini provenienti da Paesi stranieri lascia prevedere il diffondersi e laffermarsi fra loro degli stili milanesi di consumo di alcol e droghe, nella quasi totale assenza di meccanismi culturali di protezione e di iniziative preventive inter-culturali».
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