(...) Rabbia di chi «non ha mai portato e mai porterà fiori al boia» aggiunge Manca, che per quattro giorni - da lunedì a giovedì - sarà sindaco pro tempore di Milano. Un «sindaco socialista» dice con orgoglio che a Craxi vorrebbe «dedicare un luogo più acconcio, quello da cui partì la sua carriera politica: Palazzo Marino». Riconoscimento che per Stefania Craxi «esprime lanima di Milano, disposta a rendere onori e meriti a un milanese che ha lavorato per la sua città e che ha reso grande lItalia ponendola tra le potenze più grandi della terra».
Valutazione in memoria di «chi ha fatto tanto per Milano» aggiunge Tiziana Maiolo. Titolo di merito che i nostalgici «delle manette e degli spunti in faccia a Paolo Pillitteri» non possono ammettere: «Ancora si ostinano a non capire che Craxi non era il terminale unico del malaffare ma solo uno dei tanti attori, e neanche il più importante, di un sistema, quello delle tangenti, che coinvolgeva anche lo stesso partito comunista» dice lassessore ai Servizi Sociali. Virgolettato diretto a Bobo, «se lo ricordi prima di svendere la gloriosa eredità socialista agli aguzzini di suo padre, quello che lhanno costretto a comportarsi come un fuggiasco fuorilegge» e in fondo, continua Maiolo, «non sarà difficile: basta che Bobo guardi le facce dei suoi futuri compagni di coalizione milanese».
Quella sinistra che secondo Bruno Simini, «strizza locchio a Bobo Craxi e ai socialisti, ma a Milano pretende loblio sul socialismo e il suo leader». Cancellazione impensabile per il capodelegazione di Forza Italia, «indietro non si torna», e pure per il vicecoordinatore regionale, Maurizio Bernardo: «Cancellazione della storia che è un metodo della sinistra, anche quando Fassino invita i socialisti nellUnione. Un autogol della sinistra che, evidentemente, alla prova dei fatti non vuole riconoscere Craxi come leader riformista». Blitz nellaula semideserta del Comune che a Guido Podestà, commissario provinciale degli azzurri, ricorda «quando Craxi fu vittima del vile lancio di monetine, nel momento in cui il suo potere stava vacillando».
E mentre Bobo Craxi spera «che le elezioni del 2006 spazzino via questi loschi individui», quel no contro Bettino segue il tiro al piccione dellUnione contro il candidato sindaco Umberto Veronesi, anche lui socialista con un passato nella direzione nazionale del Garofano.
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