Milano come Lampedusa: arrivano i clandestini

Il Maghreb è vicino. Molto più vicino di quanto comunemente si pensi. Settanta chilometri di mare dalle coste della Sicilia e poi un semplice viaggio in treno per arrivare fino a Milano, la vera Mecca dei disperati in fuga dalla coste del Mediterraneo in fiamme. Come i 118 disperati tunisini bloccati ieri dalla polizia alla stazione di Bologna, mentre viaggiavano su un Intercity notturno proveniente da Reggio Calabria e diretto proprio a Milano. In gran parte fuggiti dai centri di prima accoglienza. Avanguardia di un’invasione che presto flagellerà una città già alle prese con l’emergenza rom e un’immigrazione clandestina tenuta a fatica sotto controllo. Col ministro dell’Interno Roberto Maroni che accusa l’Europa di non far nulla e di aver abbandonato l’Italia al suo destino.
«É un grave campanello d’allarme - avverte il vicesindaco Riccardo De Corato - che deve subito far mettere in atto tutte le misure preventive per impedire un’autentica invasione». I dati diffusi il 26 gennaio scorso dal ministro della Giustizia tunisino, secondo il quale 11mila detenuti sarebbero fuggiti dalle carceri e 2.460 rilasciati in seguito alla rivolta,«otrebbero mettere ko Milano».

Parla di «rischio invasione» l’assessore regionale alla Sicurezza Romano La Russa. E la Lega sarà oggi in presidio alle 11,30 in corso Magenta 59 davanti alla Rappresentanza della Commissione europea: «Ha intenzione di svegliars dal letargo e agire?».

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