Cronaca locale

"Milano è mia di diritto": lo strapotere del boss

La centralità di Milano nel mercato della droga e la centralità della 'ndrangheta in Lombardia nei traffici criminali. Il boss Bartolo Bruzzaniti (latitante) si vanta al telefono con un compare

Immagine di repertorio
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«Non mi piace straparlare... Ma siamo tra i numero uno oggi»: la centralità di Milano nel mercato della droga e la centralità della 'ndrangheta in Lombardia nei traffici criminali. Il boss Bartolo Bruzzaniti (latitante) se ne vanta al telefono con un compare. E in un'altra conversazione dice: «Milano mi spetta di diritto».

Bruzzaniti è tra i nomi più pesanti dell'operazione su un grosso traffico di droga dal Nord Europa condotta dalla Dda, con l'aggiunto Alessandra Dolci e il pm Gianluca Prisco, e affidata alla Gdf che ieri ha portato a 40 misure cautelari su ordinanza del gip Stefania Donadeo. Il giudice sottolinea di Bruzzaniti «la soddisfazione (...) per l'alto livello raggiunto dalla propria organizzazione», operativa in Lombardia. Come «abile manager nell'importazione di stupefacente» il boss «aveva un accordo con la criminalità campana rappresentata da un» autorevole «esponente, Raffaele Imperiale al fine di gestire con maggiore facilità» il narcotraffico. «A Milano? Li mandiamo tutti in pensione».

Così ragionavano gli indagati. «Non problema compa', Milano se abbiamo prezzo prendo città e tutta, compa' se ho prezzo Milano statevi sereno che li mandiamo a pensione, compa' i grossisti di Milano per il 70 per cento sono tutti amici miei da trent'anni». La città è «epicentro per l'importazione, l'occultamento e smistamento dello stupefacente» e gli uomini della 'ndrangheta «leader» del mercato. Il radicamento in Lombardia della famiglia Bruzzaniti di Africo gli hanno consentito di diventare il punto di riferimento delle organizzazioni criminali che controllano le più importanti piazze di spaccio.

La «storia criminale» dei calabresi a Milano gli ha anche permesso di diventare il referente della camorra rappresentata dai broker a livello mondiale, Raffaele Imperiale e Bruno Carbone. La Gdf ha intercettato carichi di 645 chili di cocaina, 240 chili di hashish e 30 chili di ketamina. Bruzzaniti aveva «storicamente, l'esclusiva per la distribuzione dello stupefacente», con il controllo di varie piazze tra cui la Comasina e Quarto Oggiaro.

Il gruppo smerciava cocaina per oltre 10 milioni al mese.

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