Cronaca locale

Milano scommette sulla «City» della creatività

Strade sotterranee, percorsi pedonali, torri coperte di piante, edifici ecologici. Catella: «Le critiche dei cittadini sono costruttive e vanno ascoltate»

(...) - spiega Manfredi Catella, mente del progetto e presidente di Hines - qui sorgerà il nuovo centro economico, il quartier generale della creatività. Si è parlato tanto di «Città della Moda», ma sempre in modo riduttivo: l’area di Garibaldi-Repubblica ospiterà il nuovo palazzo della Regione, quello del Comune, le sedi delle più grandi agenzie e imprese legate ai settori delle telecomunicazioni, della moda, della pubblicità, della fotografia, del web. Questa la nostra sfida. Tutta l’area ha vocazione polifunzionale: ospiterà show room, centri congressi, il Modam (il centro di ricerca e sperimentazione della Moda), l’incubatore delle nuove imprese di settore con uffici, residenze, negozi». Ma perché questa impresa? «Ho vissuto molti anni all’estero, a un certo punto ho deciso di tornare a Milano per avventurarmi in un’impresa dal sapore romantico: scommettere sulle mie competenze di immobiliarista per rivitalizzare una zona centrale di Milano, rimasta abbandonata e degradata per oltre 50 anni». Come vede l’Europa questa trasformazione che a breve coinvolgerà il 15% del tessuto urbano di Milano? «C’è un fortissimo interesse - risponde Catella - sia a livello di dibattito architettonico, sia a livello economico-finanziario».
Non sono solo in gioco grandi firme dell’architettura ed enormi giri di denaro, il progetto Garibaldi-Repubblica, Varesine, Isola-Lunetta declina anche una concezione del vivere in città: gli edifici di Garibaldi-Repubblica vantano già il certificato «Leed» per l’architettura sostenibile, le strade sono state cancellate dalla superficie, si potrà invece attraversare l’intera area a piedi o in bicicletta per 150mila metri quadrati, passeggiare nel terzo parco della città, la «Biblioteca degli alberi» (85mila mq), vivere in torri completamente ricoperte di piante, come quelle che l’architetto Stefano Boeri sta progettando all’Isola. A proposito di torri e grattacieli, recentemente Oliviero Toscani ha detto: «A Milano si progettano grattacieli quando nel resto del mondo si è smesso da anni...». «Non è vero - risponde Stefano Boeri, che firma il progetto Isola Lunetta - che non si fanno più grattacieli. Questa è una riflessione patetica. I grattacieli sono una tipologia abitativa tra le altre, tutto dipende da come vengono progettati e in che contesto. Sono stato chiamato per modificare il progetto Isola, che era stato contestato dai residenti: abbiamo disposto gli edifici e le torri ai bordi del parco e l’impatto è molto meno pesante rispetto a una stecca di edifici. Questi progetti sono importanti per la città, ma devono essere sempre concordati con i cittadini e non imposti dall’alto con arroganza come è capitato in altri casi. Sono molto soddisfatto di questa esperienza».
«I grandi progetti difficilmente trovano il consenso unanime - commenta Manfredi Catella -. Con il consiglio di zona 9 abbiamo aperto un tavolo, insieme al Comune, proprio per mantenere il dialogo con i milanesi. Le critiche sono spesso costruttive e vanno ascoltate: così è successo per l’Isola, come per le Varesine, dove abbiamo ridistribuito volumetrie e altezze degli edifici in punti non fastidosi. In Garibaldi-Repubblica, invece, il tema era la valorizzazione di Corso Como, che abbiamo raddoppiato in lunghezza. Dalla fine del corso, infatti, una rampa pedonale salirà per altri 100 metri circa fino al cosiddetto “Podio”, il tutto sarà costellato di negozi».
«Abbiamo pensato anche a negozi, attività artigianali e servizi - spiega Carlo Masseroli, assessore alla Sviluppo del Territorio di Palazzo Marino -. Intanto la linea 5 della metropolitana collegherà Monza-Garibaldi Repubblica-City Life-San Siro, che va ad aggiungersi al Passante e ai trasporti di superficie. All’Isola troveranno spazio le botteghe artigiane che erano alla Stecca - che sarà abbattuta - mentre le associazioni avranno a disposizione l’Isola Community Center, per cui stiamo dialogando con il consiglio di zona e le diverse realtà presenti sul territorio. Molte saranno le nuove residenze (all’Isola è previsto anche edifici di edilizia residenziale), mentre all’ex scalo ferroviario troveranno spazio i servizi». Non esiste il pericolo che la Città della Moda diventi un quartiere che vive solo di giorno? «No, anzi siamo consapevoli che non è la concentrazione burocratico-amministrativa che fa vivere una città - replica Masseroli -. Nelle tre aree abbiamo fatto attenzione a conservare il tessuto di negozi e i servizi presenti. Al podio, la piazza rialzata della Città della Moda, sono previsti ristoranti, locali e teatri. Il centro sarà animato anche di notte e l’amministrazione farà il possibile per agevolare questo processo». Insomma la partita è aperta e tutta da giocare..

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